È stato condannato a 18 anni di reclusione per omicidio volontario e tentato omicidio, e al risarcimento del danno alle parti civili, il 27enne Piero Canonico, ritenuto l’assassino del 29enne Vito Caputo, ucciso a Capurso, nel Barese, il 16 marzo dello scorso anno, durante una rissa scoppiata dopo un inseguimento automobilistico iniziato a Cellammare, sempre in provincia di Bari. La sentenza, nell’ambito del processo celebrato con rito abbreviato, è stata emessa dalla giudice per le udienze preliminari del tribunale di Bari, Ilaria Casu che ha anche ratificato il patteggiamento a due anni per il 27enne Fabio Domenico Chiarelli, originario di Noci (Bari).
Chiarelli era amico della vittima e risponde di violenza privata aggravata e violazione della sorveglianza speciale. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, l’assassinio del 29enne sarebbe legato a vendette e gelosie tra Chiarelli e Canonico in cui sarebbe rimasto coinvolto Caputo. Nel giorno del delitto – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – Chiarelli, accompagnato da Caputo, ha raggiunto a Cellamare Canonico “per un chiarimento” sfociato in un inseguimento tra due auto: quella con a bordo Chiarelli e Caputo e l’altra con Canonico e suo padre. Dopo speronamenti e manovre pericolose, i quattro sono arrivati in un parcheggio della periferia di Capurso dove, dopo una violenta lite, Canonico avrebbe ucciso Caputo con 12 coltellate e ferito gravemente Chiarelli. I familiari della vittima si sono costitutiti parte civile