Sale il numero dei commercialisti della Penisola: nel rapporto annuale sull’albo della categoria professionale, pubblicato dalla sua Fondazione nazionale di ricerca, si evidenzia come nel 2023 siano arrivati 1.864 nuovi iscritti e si siano registrate 161 nuove Società tra professionisti, pertanto, “rispetto al 2007, anno di formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri partito ufficialmente il 1° gennaio 2008, gli associati sono aumentati del 12%, raggiungendo quota 120.424”. Nel dettaglio, nell’arco di 16 anni, “l’Albo è cresciuto di quasi 13.000 unità”, mentre la platea degli assicurati alle due Casse di previdenza (Cdc per i dottori commercialisti e Cnpr per i ragionieri) sono aumentati di oltre 21.000 unità, ad un ritmo di quasi il 27%, al confronto col 2007″. Al 31 dicembre scorso, recita il dossier, le professioniste sono giunte al 33,8%, i giovani al 14,7%.
In linea, poi, con il ‘trend’ del 2022, “gli iscritti al registro dei praticanti sono ancora diminuiti (-9,9% nel 2023, rispetto al -8,4% dell’anno prima), portandosi a 11.522” soggetti. Nello studio si mette, a seguire, in luce il rallentamento della crescita in valore assoluto degli iscritti nella sezione B dell’Albo (gli esperti contabili), che “è stata di 58 unità pari al +2,7%, rispetto al +9,5% di un anno prima. Particolarmente marcato”, si legge, risulta l’arresto “nelle regioni settentrionali (+2,5%, contro il +12,7% di un anno prima), ma anche in quelle centrali (+4,8%, rispetto al 13,1% del 2022)” ed è “buono l’andamento degli iscritti in Lombardia (+4,8%) e nel Lazio (+9,7%)”, mentre c’è “un’inversione di segno nelle regioni meridionali (+0,7% contro il -12,6% del 2022)”. Per il presidente del Consiglio nazionale Elbano de Nuccio, “in un momento nel quale il mondo dei liberi professionisti sperimenta una crisi di iscrizioni la professione di commercialista, come emerge dal rapporto, mostra una particolare resilienza. Non solo continua a crescere come numero, ma è particolarmente dinamica, soprattutto negli ultimi due anni, come si vede dal netto recupero del reddito medio”, chiude.