Dopo la città di Firenze, che è stata la prima in Italia a dotarsi di una propria Delibera di Giunta Comunale (datata 19 marzo 2024) sul cosiddetto “salario minimo comunale”, Michele Laforgia assume un impegno preciso, tra i primi da concretizzare se sarà eletto sindaco.
Si tratta di una materia già disciplinata da norme dello Stato: l’art. 36 della Costituzione e gli artt. 11 e 57 del nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. n. 36/2023), che, tuttavia, stabiliscono il principio generale, ma non indicano una soglia retributiva minima.
L’impegno è quello di sottoporre alla Giunta Comunale una deliberazione che imponga, nell’ambito dei lavori appaltati dal Comune di Bari e dei servizi erogati da aziende concessionarie o affidatarie, l’obbligo di applicare il trattamento economico previsto dal contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona in cui si eseguono i lavori, il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto o della concessione, purché stipulato dai sindacati comparativamente più rappresentativi a livello nazionale, e in ogni caso con una retribuzione oraria non inferiore a nove euro.
Questo, concretamente, significa che gli Uffici comunali impegnati nella redazione dei bandi di gara e nell’aggiornamento dei contratti di concessione di servizi dovranno adeguare i bandi e i contratti a tale determinazione.
“Si tratta di un gesto di civiltà – ha sottolineato Laforgia – non di una azione coraggiosa, ma solo doverosa, perché non vi siano nel prossimo futuro lavoratrici o lavoratori, impiegati come operai edili nei cantieri delle grandi opere comunali, o addetti alla raccolta dei rifiuti, o operatori socioeducativi o addetti di biblioteca o operatori addetti all’accoglienza di spazi espositivi e teatri comunali, che ricevano una remunerazione inferiore ai 9 euro l’ora, ferma restando l’applicazione dei trattamenti di miglior favore, previsti dalla contrattazione collettiva sottoscritta dalle sigle più rappresentative, che occorre sempre più valorizzare, promuovendone il rispetto anche attraverso adeguati e capillari controlli lungo tutta la catena degli appalti”.
Altrettanto forte sarà l’impegno sui temi della parità di genere e del contrasto alle discriminazioni sul lavoro, affinché sia riconosciuta pari dignità sociale (come previsto dall’art. 3 della nostra Costituzione) a tutte le lavoratrici e i lavoratori accolti in città.
Oltre al rigoroso rispetto delle misure previste dalla vigente legislazione (compresa la disciplina sulla certificazione della parità di genere), sempre nei confronti degli affidatari e concessionari di servizi pubblici comunali, il Comune adotterà stabilmente misure di “premialità di parità” analoghe a quelle previste dalla legislazione scaturita dal PNRR, in termini di punteggi aggiuntivi a favore delle imprese che promuovono politiche occupazionali gender-sensitive su vari fronti: contrasto alle discriminazioni, strumenti di conciliazione vita/lavoro, pari opportunità generazionali e di genere nei percorsi di assunzione e nei percorsi di carriera, parità salariale tra lavoratori e lavoratrici.
Le stesse politiche saranno promosse a favore del personale del Comune, nella sua qualità di datore di lavoro diretto, e delle aziende da esso partecipate.
“Chi si candida a guidare l’Amministrazione comunale non deve promettere di trovare lavoro a chicchessia – ha concluso il candidato – ma può e deve impegnarsi perché a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori sia riconosciuta la dignità necessaria, a partire dalla remunerazione e dalla sicurezza, così come alle lavoratrici e ai lavoratori accolti in città siano garantite condizioni di vita adeguate per opportunità abitative e per i servizi di trasporto necessari a raggiungere i luoghi di lavoro”.