Per le famiglie l’incubo “assemblea scolastica”, è dietro l’angolo. L’ultima, in ordine di tempo, sarà questa mattina. Ed altre sono state comunicate già per la prossima settimana.
Quindi conti alla mano, tra assemblea e ponte lungo, i bambini torneranno a scuola lunedì 29 aprile (e proprio lunedi per alcuni è prevista l’uscita anticipata). Tra nidi e scuole, da settembre ci sono statti cinque/sei giorni di assemblee e scioperi (minimo, ma non in tutte le scuole).
Se di figli se ne hanno due e magari in plessi diversi, l’incubo diventa realtà. A volte comunicate last minute, difficile riorganizzare gli incastri sulle quali si reggono le organizzazioni di quasi tutte le famiglie. Baresi e non. E allora si chiamano i nonni, per chi ha la fortuna di averli. Altrimenti si fa quel che si può.
Cresce quindi il malcontento tra i genitori, soprattutto per quanti basano la loro organizzazione sull’orario continuato. “Lavoro in un ufficio – spiega una mamma. Ho orari di ingresso e uscita precisi. Non è ammesso ritardare o anticipare. Soprattutto se comunico la mia necessità all’ultimo momento. Ciò che io non condivido sono le comunicazioni last minute che creano a noi famiglie enormi disagi. Immagino che sia possibile una organizzazione migliore. Io comprendo che gli scioperi siano un diritto, ma non è giusto che a pagarne le conseguenze siano i ragazzi e i loro genitori”. “Ho la fortuna di svolgere un lavoro flessibile – spiega un’altra mamma – e posso gestire queste situazioni di emergenza. Ma mi rendo conto che tante altre – che magari hanno due figli in plessi diversi e che lavorano – trovano davvero tante difficoltà per riorganizzare le mattinate”. “Credo che nessuno voglia contestare la legittimità delle assemblee – interviene stavolta un papà – ma la mia domanda è: perché non dare la possibilità di organizzarci?”.
Certo sia chiaro, il corpo docente esercita un diritto e qui nulla da discutere. Lo regola una legge ad hoc. In particolare, per quanto riguarda i dipendenti pubblici, l’art. 2 del CCNQ (Contratto Collettivo Nazionale Quadro sulle modalità di utilizzo dei distacchi, aspettative e permessi nonché delle altre prerogative sindacali) prevede che essi hanno diritto a partecipare, durante l’orario di lavoro, ad assemblee sindacali in idonei locali concordati con l’amministrazione, per 10 ore annue pro capite senza decurtazione della retribuzione. Le assemblee sindacali vengono indette con specifico ordine del giorno su materie di interesse sindacale e del lavoro. Peccato però che come al solito sono le famiglie a dover correre ai ripari. Alle volte con grandissime difficoltà.