Il “mare Italia” costa troppo. I prezzi di una settimana al mare in Sardegna e Sicilia sono schizzati. Restare in Puglia non se ne parla: la nostra regione ha costi proibitivi. Allora i baresi guardano oltre. Il bilancio per l’estate 2024 almeno per il momento è questo. “Molti baresi – spiega la titolare di un’agenzia turistica barese Paola Laterza – hanno prenotato la loro crociera già un anno fa e hanno potuto dilazionare il pagamento nel corso dei mesi. Il mercato delle crociere, infatti, apre un anno prima. Questo consente quindi una organizzazione più accessibile per tutti”. Per questa estate 2024 poi c’è una grande novità: “Il ritorno all’Oriente che per tutto il periodo della pandemia è stato completamente fermo. Quest’anno il Giappone sta andando molto bene. Così anche la Thailandia e la Cina. Restano di grande interesse le mete statunitensi. In primis New York”. Finita, inoltre, l’era del last minute. Soprattutto in Puglia dove i voli sono molto risicati e prenotare all’ultimo momento comporta una spesa superiore. E non di poco. “Resta la cattiva abitudine dei baresi di prenotare all’ultimo momento. Cosa che non accade per esempio nel nord barese dove le agenzia vendono prima e in quantità superiore. Senza dimenticare che i vacanzieri di quell’area guardano a Napoli dove le offerte dei voli sono tante e a costi più bassi”.
Cosa sta accadendo nel resto d’Italia? – “La spesa turistica prevista per l’estate in Italia supererebbe la soglia dei 43 miliardi di euro con una crescita stimata pari al 4% rispetto ai mesi estivi del 2023. Emerge dalle previsioni sull’imminente stagione estiva dell’istituto Demoskopika che l’ANSA pubblica in anteprima. L’effetto positivo, però, è rosicchiato quasi interamente dall’inflazione turistica: per i mesi estivi del 2024 si stima, infatti, che la dinamica dei prezzi nel turismo registri una variazione tendenziale in aumento pari al 3.5% rispetto all’anno precedente. “L’imminente stagione estiva – spiega Raffaele Rio, presidente di Demoskopika – si preannuncia promettente per il turismo italiano, con una crescita stimata sia degli arrivi che delle presenze. Ma nonostante l’Italia si collochi tra le destinazioni con il minore tasso di inflazione turistica, i costi crescenti in aree critiche come il trasporto aereo, però, rischiano di assorbire quasi interamente i benefici di una maggiore spesa turistica”. A febbraio dell’anno in corso (ultimo dato disponibile), l’Italia si colloca tra le destinazioni europee con il minore tasso di inflazione turistica ideato da Demoskopika sulla base delle seguenti voci: servizi di trasporto, servizi ricreativi e culturali, pacchetti vacanza, servizi ricettivi e di ristorazione.
In particolare, la crescita su base tendenziale del tasso di inflazione turistica del Belpaese è pari al 3.9%, preceduta soltanto dalla Francia (3.7%) e dalla Germania (2.9%). A condizionare al ribasso l’andamento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) per il settore turistico italiano le voci riguardanti i “servizi ricreativi e culturali” (0.6%); a pesare negativamente, al contrario, i “servizi di trasporto” che con un’inflazione tendenziale pari al 5.6%, attribuiscono all’Italia, insieme alla Svezia (6.5%), la maglia nera dell’aumento dei prezzi. A confermare tale trend i dati relativi a marzo dell’anno in corso, con un tasso di inflazione turistica tendenziale calcolato da Demoskopika pari al 3.9%. Una crescita che si deve prevalentemente all’incremento dei prezzi dei servizi di trasporto (+8.2%) con in testa l’impennata del trasporto aereo che segna un rialzo rispetto a marzo dello scorso anno pari al 15.5%. A seguire, i pacchetti vacanza (+4.7%) e i servizi di alloggio (+6.0%) all’interno dei quali risalta il dato degli alberghi con un incremento tendenziale dei prezzi pari al 6.7%. Sono i prezzi dei voli nazionali, infine, con il 19.2% a crescere in modo più sostenuto rispetto ai voli internazionali (+7.3%). Stessa dinamica dei prezzi per i pacchetti vacanza nazionali che con +8.2% presentano un differenziale turistico di +9.7 punti percentuali rispetto ai pacchetti vacanza internazionali che, al contrario, registrano una flessione (-1.5%)”.