Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “L’ultima festa” – Cosmo
E’ stata davvero una festa, ma non di certo l’ultima! Qualche giorno fa il giovane artista Marco Jacopo Bianchi, conosciuto come Cosmo, si è esibito all’Alcatraz di Milano per dare inizio al suo tour per i club per promuovere il nuovissimo album “Sulle ali del cavallo bianco”.
Un concerto fatto di poche regole ma particolari: niente telefoni, tanto ballo e tanta felicità.
Cosmo è stato infatti il primo artista italiano a fare un concerto “phone-free”. Ha deciso di limitare l’utilizzo degli smartphone durante la sua performance: no foto, no video. Bollini all’ingresso su tutti i telefoni per permettere a tutti di godersi la musica, l’energia, la festa, al 100% senza distrazioni. Un aggregato di socialità, libertà, per un live totalizzante.
La scelta di Cosmo potrebbe essere vista come una sorta di esperimento sociale, oltre che artistico, sulla nostra capacità di rimanere presenti e di partecipare attivamente alle esperienze senza la mediazione dei nostri dispositivi.
Se per molti, infatti, l’esperienza è stata unica e immersiva, per altri lo è stata meno in quanto convinti che scattare foto e video sia diritto di chi acquista il biglietto.
Sicuramente l’approccio stesso alla musica di Cosmo è sui generis proprio come la sua trovata. Ama sperimentare, rinnovarsi e proprio per questo il nuovo album è da lui stesso definito “un po’ meno politico e un po’ più psichedelico, sentimentale, del predecessore “
Se il precedente album era infatti più legato ai sentimentalismi della pandemia, questo è più “cantautoriale”. “L’idea è stata: facciamo un disco pop. Ma un pop completamente deviato, che sperimenta cose anche abbastanza estreme come l’affiancare chitarre classiche e sintetizzatori “trance”. Le canzoni sono nate tutte davanti al fiume che ad Ivrea passa davanti al mio studio ed è da quelle acque che ho immaginato veder affiorare e tendere le ali il cavallo del titolo.”
Come spiega l’artista l’idea del cavallo bianco alato è quella che possa attraversare più mondi con un’unica costante, la musica. Il riferimento è certamente il passaggio dal pop all’elettronica ma ci piace pensare che possa esserlo anche tra il mondo passato e quello presente, tra un’assenza di tecnologia ad un esubero della stessa.