Il presidente dell’Amiu, Paolo Pate, ha rimesso il suo incarico alla guida della società partecipata nelle mani del sindaco Antonio Decaro. “Come noto da tempo agli organi di stampa – scrive in una nota – sono imputato del reato di false comunicazioni sociali, ex art. 2621 del cod. civ., in concorso con i fratelli Cavallari, Alceste e Marco, esclusivamente per aver prestato la mia attività professionale di commercialista intermediario, abilitato alla trasmissione all’Agenzia delle Entrate e al Registro delle Imprese di due scritture private di cessioni di quote di srl, ex art. 36 L. 133/2008, avvenute tra il febbraio e l’aprile 2018. La vicenda trae origine nell’ambito familiare di ex soci, nonché ex coniugi. All’udienza preliminare, tenutasi nella giornata di ieri 16 aprile 2024, il Pubblico Ministero d’udienza – data la palese evidenza della mia totale ed assoluta estraneità ai fatti che mi vengono contestati – ha chiesto che venisse emessa sentenza di non luogo a procedere nei miei confronti”.
“Nonostante tale richiesta, il Gup ha ugualmente ritenuto di emettere decreto con cui ha disposto giudizio, evidentemente per meglio valutare i fatti in dibattimento. La circostanza mi coglie sereno, in quanto in tale sede, avrò certamente e finalmente modo di dimostrare la mia estraneità alle condotte di cui al capo di imputazione. Peraltro, altro Giudice civile si è già espresso in maniera favorevole circa il mio operato, non lasciando, sul punto, margini di dubbio. Le vicende, ribadisco, afferiscono esclusivamente alla mia attività professionale di commercialista, che tengo a precisare, in oltre trent’anni di iscrizione all’Ordine dei Commercialisti, non è mai stata nemmeno oggetto di alcuna censura disciplinare. Cionondimeno, tenendo conto del clima politico sorto nelle ultime settimane – pur tale procedimento non riguardando in alcun modo la mia attuale attività prestata come Presidente di Amiu Puglia spa e nonostante il reato contestatomi non sia contenuto nell’elenco della Carta di Pisa, che avrebbe dovuto impegnarmi a rassegnare le mie dimissioni in caso di rinvio a giudizio – al fine di non mettere in qualsivoglia forma di imbarazzo le amministrazioni comunali di Bari e Foggia ho ritenuto opportuno rimettere il mio mandato nelle mani del Sindaco Decaro”.