Anche nel 2024 l’Italia si conferma nel cash intensity index, l’indicatore che misura la dipendenza dal contante, tra le 30 peggiori economie con più alta incidenza del contante, guadagnando quattro posizioni nell’indice che monitora lo sviluppo dei pagamenti digitali (cashless society index), dove si attesta al ventunesimo posto, il più alto di sempre. E’ quanto emerge dalla nona edizione del rapporto ‘Verso un’Italia Cashless’ a cura della community cashless society di The European House – Ambrosetti. La ricerca, presentata nel corso di un Forum a Cernobbio, ha coinvolto un campione formato da 1.000 cittadini. Nel 2024 si conferma il consolidamento iniziato nel 2020 con la quota di italiani che dichiara di voler aumentare il ricorso al cashless, pari a oltre il 70% per il terzo anno consecutivo, posizionando l’Italia in una fase di adozione di massa.
L’incremento della preferenza verso i pagamenti digitali è spinto dai pagamenti innovativi (digital wallet e P2P) che si sono quintuplicato negli ultimi 5 anni (da 2% a 10,7%). Tre italiani su 5 hanno aumentato l’utilizzo dei pagamenti cashless rispetto all’anno precedente, e oltre 1 italiano su 2 afferma di voler ridurre l’utilizzo del contante nei prossimi anni. Tre italiani su 5 scelgono di utilizzare il cashless principalmente per velocità e comodità. Dall’indagine emerge come la popolazione compresa tra i 18 e i 24 anni sia quella che utilizza i pagamenti digitali più spesso con una frequenza del 63,4% durante l’anno. Ai pagamenti digitali viene assegnato un livello di sicurezza ancora pari a quello del contante e il timore di possibili frodi rappresenta per 4 italiani su 10 il maggiore ostacolo alla diffusione del cashless.
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