L’Asl di Taranto dovrà risarcire con un milione di euro i genitori del piccolo Nevio, il bimbo di un anno morto nell’estate 2013 all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Lo comunicano i legali della famiglia, gli avvocati Mario Soggia e Massimo Saracino, riferendo anche uno stralcio della sentenza della giudice Annagrazia Lenti della sezione civile del tribunale di Taranto: “Qualora i sanitari avessero disposto il ricovero ospedaliero del paziente già in occasione del primo accesso al Pronto Soccorso ed avessero quindi attivato da subito le procedure di reidratazione per via endovenosa, le condizioni di salute del bambino non sarebbero ulteriormente degenerate e quindi non sarebbe deceduto per arresto cardiaco”.
In una lunga ricostruzione della vicenda, i legali evidenziano che il bambino è deceduto per disidratazione da gastroenterite e il tribunale di Taranto ha riconosciuto il nesso di causalità tra la condotta dei sanitari dell’ospedale e il decesso del bambino. La vicenda giudiziaria prende il via da una vacanza dell’estate 2013, quando una famiglia italiana (padre, madre ed il loro piccolo di appena un anno), che per ragioni lavorative viveva stabilmente in Germania, decise di trascorrere le vacanze estive nel paese d’origine al mare, nella zona di Chiatona. Il bambino – secondo quanto ricostruito dai legali – iniziò a manifestare vomito a causa di una gastroenterite e i genitori lo portarono al pronto soccorso dell’ospedale tarantino dove fu visitato e poi mandato a casa dal reparto di Pediatria con una terapia domiciliare orale per reidratarlo. Ma, poiché il vomito non cessava, i genitori tornarono al pronto soccorso dove – secondo i legali – i sanitari non riuscirono a porre rimedio con un’idratazione per via endovenosa e il piccolo morì nella notte del 30 luglio. I genitori denunciarono l’accaduto e la procura formulò richiesta di archiviazione alla quale si opposero i genitori ma il gip archiviò. A quel punto i genitori avviarono il giudizio civile per colpa sanitaria a carico della Asl.