Archiviata l’undicesima sconfitta di questo campionato, in casa Bari si prepara la prossima impegnativa trasferta di Como. La formazione allenata dal duo Roberts/Fabregas è reduce da tre vittorie consecutive. Per affrontare i vari temi del match e di questa fase del campionato, ci siamo rivolti ad un ex doppio ex di Como e Bari, vale a dire Davide Olivares che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
Davide Olivares, una carriera da calciatore iniziata nel 1988 con la Virescit Bergamo e terminata nella Virtus Abbiatense il 2016. Nel mezzo, tante esperienze in club blasonati come Lazio, Bologna, Bari e Spal…
“È stato un bel cammino con diverse esperienze in società importanti. Mi sono tolto tante soddisfazioni. Forse avrei dovuto sfruttare meglio alcune occasioni che mi sono capitate”.
Nel 1989, la grande occasione: dopo essersi messo in mostra con la Virescit, l’approdo alla Lazio con l’esordio in Serie A il 29 ottobre 1989 in Inter-Lazio. Un bel balzo…
“L’anno prima era sulle tribune di San Siro a vedere l’Inter, poi nel giro di pochi mesi, mi sono ritrovato in campo a giocare contro i neroazzurri. Non avevo ancora 18 anni ed è stata una bella emozione contro l’Inter dei record”.
Dopo il ritiro da calciatore al termine della stagione 2015-2016, diventò l’allenatore degli Esordienti della Virtus Abbiatense. Attualmente è ancora nel mondo del calcio? Di cosa si occupa e dove vive?
“Vivo a Vigevano e mi sono sposato. Sino allo scorso anno ho giocato a livello dilettantistico, ma per motivi fisici ho dovuto lasciare. Ho un lavoro che mi porta via tanto tempo e non riesco ad occuparmi di calcio”.
Nel 2001 02 l’avventura nel Como, prossimo avversario del Bari in campionato. Esperienza sicuramente segnata dalla squalifica di 8 mesi per doping…
“Una squalifica giusta dove ho pagato caro un mio errore. Dopo la squalifica, la mia carriera è stata in discesa anche perché, il giorno dopo la conclusione del provvedimento, ho subìto un brutto infortunio alla caviglia che mi ha tenuto fuori per altri 4 mesi. È stato complicato ricominciare, anche perché ho visto tante persone allontanarsi. Sono situazioni che ti segnano e che sono difficili da superare”.
A Bari invece giunse nel 1996 e vi restò sino al 2000 per un totale di 70 presenze e 4 reti. Quale il momento più bello e quello più triste con la maglia biancorossa?
“A Bari di momenti tristi ne ho vissuti pochi. Sono arrivato con la squadra in serie B ma riuscimmo ad ottenere la promozione in serie A grazie ad un filotto di vittorie. Poi ho disputato 3 campionati di serie A”.
Nel Bari ha giocato con tanti campioni affermati o in rampa di lancio. Quale il più grande talento inespresso?
“Sicuramente Antonio Cassano: dal punto di vista dell’estro era superiore ai vari Totti e Del Piero. Il più forte con cui ho giocato a Bari resta Gianluca Zambrotta”.
Quanto deve a mister Eugenio Fascetti?
“Con lui ho avuto un rapporto di amore/odio. In serie B mi faceva giocare come mezzapunta, un ruolo che mi piaceva. Negli anni di serie A, invece, andavo a corrente alternata: c’erano periodi in cui giocavo ed altri dove finivo nel dimenticatoio. Sicuramente resta un tecnico che mi ha dato tanto e che mi ha fatto giocare in serie A anche se spesso in ruoli non adatti alle mie caratteristiche”.
Veniamo a questo campionato di serie B: Parma ormai lanciato verso la serie A: chi vede meglio tra le inseguitrici?
“Il Como sta andando forte e questo mi rende felice perché in riva al lago ho vinto un campionato di C. Palermo, Como, Cremonese e Venezia se la giocano alla pari”.
Per il Bari è invece crisi nera: dopo aver sfiorato la serie A, quest’anno si sta materializzando l’incubo serie C…
“Mi piange il cuore vedere il Bari in quella posizione di classifica con lo stadio ‘San Nicola’ che si sta svuotando. È brutto vedere i tifosi che si stanno allontanando dalla squadra. Fa male pensare ad una retrocessione in C”.
Mignani, Marino e ora Iachini, 3 allenatori, ma la musica non cambia, anzi…
“Conosco Iachini e credo possa portare il Bari in salvo: è un tecnico che ha carattere. Con Mignani ho giocato insieme alla Spal: ragazzo eccezionale, mi ha sorpreso il suo esonero”.
Como – Bari: impegno proibitivo per i biancorossi?
“Arrivati a questo punto della stagione, devono essere tutte delle finali e non bisogna più guardare in faccia nessuno e tirare fuori tutto quello che si ha. Anche se il calendario non è affatto semplice. Sicuramente il Como giocherà in maniera più spensierata rispetto al Bari”.
Per chi farà il tifo?
“Per il Bari, ma non perché sto rilasciando l’intervista ad un giornale di Bari. Semplicemente perché, nel capoluogo pugliese. Ho trascorso 4 anni stupendi e ho lasciato tanti amici. Poi, una vittoria del Bari farebbe poco male al Como, mentre un successo dei lariani sarebbe un brutto colpo per i biancorossi”.