Un battibecco tra cognati per rivendicare la paternità relativa al merito dell’assunzione di Natale Pisicchio, figlio di Alfonsino, all’azienda BvTech, società che nel novembre 2018 aveva ottenuto, in modalità illecita, la prima parte di un finanziamento pari a 9 milioni di euro dalla Regione Puglia. Al centro della contesa l’idea di attribuire o meno l’assunzione ad Alfonsino che all’epoca dei fatti era ex assessore regionale, o a suo fratello, l’ex parlamentare Pino.
Alfonsino e Enzo Pisicchio, altro suo fratello, sono stati arrestati lo scorso 10 aprile assieme ad altre persone con l’accusa di aver pilotato cospicui finanziamenti regionali ad alcune imprese in cambio di varie utilità, tra cui assunzione di famigliari e militanti politici e, inoltre, attraverso polizze fideiussorie false fornite ad un broker. Le confessioni sul battibecco, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, sarebbero state affidate alla figlia Rebecca, così come si legge negli atti giudiziari. Anche la figlia è stata poi assunta “fittiziamente”. “E infatti! E infatti! – si legge negli atti – tra l’altro Vanda, l’altro giorno: ‘E no che il posto mica l’ha dato Pino… se non era per Alfonso!’… E insiste con questa storia!”.
Ma non solo, secondo il giudice, così come si legge nel provvedimento cautelare, in merito al finanziamento regionale relativo alla la BvTech, attiva nel campo della cybersecurity, “aveva già assunto (il primo aprile 2018) Massimiliano Antenore, persona molto vicina ai fratelli Pisicchio e colui che materialmente aveva depositato in Regione una polizza fideiussoria falsa ritenuta indispensabile per erogare i finanziamenti regionali”. Sull’assunzione di Natale Pisicchio ci sarebbe poi un’altra intercettazione ritenuta importante in quanto i Pisicchio non volevano sentirsi in debito con l’azienda. Quest’ultima risale al 9 gennaio quando al telefono con il manager della BvTech, Saverio Fruili, anch’esso indagato, Enzo Pisicchio rinnegò il favore ottenuto dicendo “no, perché poi mi vieni a dire.. Vabbè, abbiamo sistemato Nat, abbiamo sistemato Max (Antenore, ndr)’… vabbè! Allora io lo faccio licenziare, che è meglio, però almeno siamo in deb.. credito, non siamo in debito… io non mi voglio sentire in debito…”.
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