Chi vorrà trasformare un vecchio edificio in un hotel potrà usufruire di uno “sconto” del 50 per cento sul contributo di costruzione. La delibera è stata approvata dal Consiglio comunale ieri sera, 11 aprile. Negli ultimi anni le aree centrali della città di Bari sono state interessate da una domanda turistica sempre crescente, tanto che le presenze registrate dallo Spot (Sistema Puglia per l’Osservatorio Turistico) sono quasi raddoppiate, passando da 546.070 unità del 2012 a 985.356 unità del 2022. Alle 985.356 unità vanno aggiunte circa 266.400 unità relative alle movimentazioni delle “locazioni turistiche” ovvero quelle riferite agli “alloggi privati” regolarmente registrati sul Digital Management System Puglia, che diventano così 1.251.800 circa.
Il notevole incremento della domanda turistica ha comportato la progressiva occupazione dell’edilizia residenziale da parte di strutture ricettive di ogni tipo, a discapito della residenza e dei servizi ai residenti. Questa condizione sta portando con sé il rischio concreto di impoverimento del tessuto sociale cittadino a svantaggio della collettività insediata e l’abbandono di parti di città, destinate a diventare spazi a servizio delle sole esigenze di ospitalità, il cui impiego resta condizionato alle oscillazioni della domanda turistica nei diversi periodi dell’anno. E’ quello che, ad esempio, sta accadendo a Bari Vecchia. Da qui la necessità di una inversione di tendenza, promuovendo l’apertura di nuovi alberghi in città.
Intanto ieri la giunta ha dato il via libera anche all’istituzione di una task force di 23 unità, coordinata dal dirigente della polizia annonaria, comandante Michele Cassano, per stanare i furbetti della tassa di soggiorno, ossia tutte quelle attività ricettive che non si sono ancora registrate al portale comunale e che quindi non stanno facendo pagare l’imposta. L’obiettivo è di effettuare in un anno almeno 300 controlli, facendo quindi iscrivere alla piattaforma per la registrazione dell’imposta di soggiorno (uscendo da una situazione di “abusivismo” ) un altro 10 per cento di strutture ricettive.