Una ricerca innovativa è stata pubblicata sull’importante rivista European Journal of Internal Medicine (https://doi.org/10.1016/j.ejim.2024.03.004) dimostrando che uno specifico algoritmo di IA facilita e potenzia la diagnosi ecografica di fegato grasso (steatosi epatica).
L’algoritmo, attualmente in fase di brevetto, è stato ideato e sviluppato dal team UNICORN di Eurisko Technology Srl in collaborazione con la Clinica Medica “A. Murri” dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Consorziale Policlinico di Bari.
La ricerca, secondo il prof. Piero Portincasa “promette di rivoluzionare la diagnosi precoce della steatosi epatica che affligge il 20-45% della popolazione adulta mondiale e che ha potenzialità evolutive verso infiammazione, fibrosi, cirrosi e carcinoma epatico. Il dato preoccupante è il continuo aumento della frequenza della patologia in età pediatrica e anche in individui magri”. Inoltre “la metodologia apre la strada a future applicazioni cliniche nel campo della prevenzione, diagnosi e terapia precoce in quanto il grado di steatosi epatica viene rilevato con ecografia a livelli iniziali del 7.2%, percentuale assai vicina al dato che si ottiene con risonanza magnetica epatica. Stiamo lavorando in un campo tipico della medicina di precisione”.
Il dr. Di Ciaula, componente clinico del gruppo, richiama l’attenzione sul fatto che “l’algoritmo, totalmente computerizzato, rende il monitoraggio della steatosi epatica indipendente dalla intrinseca variabilità legata a singoli operatori.”
L’ing. Sergio Santoro, componente del team UNICORN, dottorando industriale insieme al dott. Mohamad Khalil, ricercatore dell’Università degli Studi di Bari, sottolineano infine la potenzialità dell’algoritmo “che acquisisce, memorizza, elabora ed esporta rapidamente dati ed immagini di qualità, un aspetto fondamentale nel campo della telemedicina diagnostica”.
Per il gruppo di ricerca, fortemente impegnato in studi e protocolli nel campo delle epatopatie steatogeniche “questa tecnologia pionieristica e innovativa apre migliori prospettive per l’inquadramento della popolazione che sviluppa una iniziale steatosi epatica, condizione già associata ad un elevato rischio cardiovascolare e metabolico in termini di morbilità e mortalità”.