“Com’è potuto accadere un incidente del genere?”. Non riescono a capacitarsi della tragedia, chiedono con forza che sia fatta piena luce sui fatti i parenti di Pasquale Dimaggio, l’incolpevole operaio agricolo di appena 56 anni (ne avrebbe compiuti 57 il 7 aprile) di Triggiano (Bari) rimasto vittima all’alba di Pasqua, domenica 31 marzo 2024, di un incidente a Rutigliano.
Il cinquantaseienne, dipendente di un’azienda agricola locale, alle 5.40 del mattino, nonostante la giornata festiva, si stava recando al lavoro in un terreno del luogo e stava tranquillamente percorrendo alla guida del suo trattore la Provinciale 240, praticamente deserta a quell’ora della giornata festiva per eccellenza, quando, all’altezza del chilometro 9+900, nel territorio comunale di Rutigliano, è stato tamponato da un’auto condotta da un settantunenne. Il mezzo agricolo è finito contro muretto a secco: Dimaggio è deceduto sul colpo e a nulla sono serviti i soccorsi, i sanitari del 118 accorsi in ambulanza hanno solo potuto constatarne la morte.
Un dramma che ha gettato nella disperazione, e proprio nel giorno di Pasqua, i familiari della vittima, che ha lasciato in un dolore immenso un figlio e tre amatissimi nipoti, nove tra fratelli e sorelle e l’attuale compagna, che già il lunedì di Pasquetta hanno potuto dargli l’estremo saluto nella chiesa di Triggiano. Il Pubblico Ministero della Procura di Bari dott.ssa Luisiana Di Vittorio, che ha automaticamente aperto un procedimento penale per il reato di omicidio stradale a carico dell’automobilista che ha tamponato il mezzo agricolo, non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia sulla salma di Dimaggio, sulla quale è stata effettuata solo una ricognizione esterna, essendo evidente che il decesso è stato dovuto unicamente ai gravissimi politraumi riportati in seguito all’incidente, e già nella stessa giornata di Pasqua ha restituito il corpo per la sepoltura nella disponibilità dei parenti.
Adesso però i familiari del cinquantaseienne chiedono verità e giustizia e per questo si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., unitamente all’avvocato Fabio Ferrara del foro di Bari. Sarà avanzata formale richiesta alla Procura di procedere con una perizia informatica sul cellulare dell’indagato per verificare se il tamponamento possa essere stato causato da una fatale “distrazione da smartphone”.