In vista delle primarie del 7 aprile Borderline24 ha posto le stesse domande a Vito Leccese e Michele Laforgia. Ieri le risposte di Leccese, oggi è il turno di Laforgia, avvocato prestato alla politica, il primo a scendere in campo e a candidarsi come sindaco per la città di Bari, dopo i due mandati di Antonio Decaro.
1. Perché ha deciso di candidarsi a sindaco?
Ho dato la mia disponibilità perché amo la mia città, credo davvero nella buona politica e penso di essere arrivato a un momento nella vita in cui mettersi al servizio della collettività sia un dovere, per chi, come me, ha ricevuto tanto. Pensavo e penso anche che sia arrivato un momento in cui, con la conclusione del secondo mandato di Antonio Decaro, il centrosinistra abbia bisogno di aprire un altro ciclo di governo. Un nuovo inizio, che valorizzi le esperienze del passato e riesca a mobilitare le energie migliori della città, a partire dai giovani e dalle donne.
2. Una cosa che salverebbe della passata amministrazione e una cosa che non salverebbe
L’amministrazione di Antonio Decaro ha contribuito a cambiare in meglio il volto della città, attraendo turisti e grandi investimenti pubblici e privati. Tra le cose buone della passata amministrazione sicuramente ci sono i provvedimenti di lotta alla povertà e alle fragilità. Il welfare a Bari, negli ultimi nove anni, ha registrato il più alto numero di servizi e pratiche innovative, oltre ad essere l’unico settore dove è stato attuato, concretamente, il decentramento. Ma a Bari ci sono quasi 90.000 persone alla soglia della povertà, di cui bisogna continuare a prendersi cura. Per quanto riguarda le cose che vanno cambiate, è sin troppo facile indicare il funzionamento di alcune aziende partecipate, come l’Amtab. E i ritardi nel governo dell’urbanistica.
3. Cosa rappresenta per lei il sostegno dei Cinque Stelle?
Un fatto politico rilevante, che dovrebbe essere imitato a livello nazionale. Qui a Bari il campo largo, o meglio, l’alleanza progressista, c’è già. Peraltro, ci accomunano temi importanti, fra cui l’opposizione all’autonomia differenziata, altrimenti detta secessione dei ricchi, e la tutela intransigente della legalità. Ieri mattina è stato presentato in conferenza stampa dal Movimento Cinque Stelle un protocollo per tenere lontano il malaffare dalle liste, dai candidati e dagli eletti che io condivido integralmente.
4. Quale sarebbe secondo lei un candidato “temibile” del centrodestra?
Io temo soprattutto la mancanza di un candidato, a due mesi dal voto. È la dimostrazione che la destra a Bari intende giocare una sola partita, quella dello scioglimento del consiglio comunale – un vero paradosso, a poche settimane dalla scadenza naturale – e del non voto. Un gioco a perdere per tutti, per tutta la città e per la democrazia.
5. Cinque cose pratiche che si impegna a realizzare a Bari se diventasse sindaco.
La prima cosa da fare, da candidato e non da Sindaco, è convincere le elettrici e gli elettori ad andare a votare, anche quelli che in questi anni si sono allontanati progressivamente dalla politica e hanno perso la fiducia. Bari deve dimostrare, ancora una volta, di voler essere una città libera, che non ha bisogno di commissari. Detto questo, noi vogliamo una Bari policentrica, giusta, inclusiva, sostenibile, viva, pulita, bella, per tutte e per tutti. Cinque cose da fare: realizzare il decentramento amministrativo, portare i servizi i pubblici in tutti i quartieri, aumentare le aree a verde riducendo il traffico veicolare privato, togliere rifiuti e cassonetti dalle strade, puntare sulla conoscenza e sulla cultura.
6. Cosa contesta al suo “contendente” alle primarie, Vito Leccese?
Non gli contesto nulla, lo considero una persona perbene e un amministratore competente. Ha fatto per 20 anni il direttore generale e il capo dello staff del Sindaco al Comune di Bari. È il suo pregio ma, a mio avviso, anche il suo difetto, se si tratta di avviare, come io penso, un nuovo ciclo di governo del centrosinistra. Ma di certo è e resterà una risorsa importante per il futuro.
7. Se vincesse le primarie, perché i baresi dovrebbero votare per lei?
Perché noi vogliamo una città per tutte e per tutti, anche per coloro che in questi anni sono rimasti indietro. Non c’è nessuno sviluppo possibile se anche a Bari non riusciremo a ridurre le diseguaglianze e le ingiustizie.
8. In caso di sconfitta alle primarie, sosterrà comunque il candidato del centrosinistra e farebbe parte della sua squadra se vincesse?
Chi vincerà le primarie sarà il candidato Sindaco dell’intera coalizione. Le forze politiche, i movimenti e le associazioni che hanno costituito la Convenzione per Bari 2024 sono e resteranno in campo per il futuro e io continuerò comunque a lavorare per il centro sinistra, come ho sempre fatto in tutti questi anni.