Vito Leccese, attuale capo di Gabinetto del sindaco Antonio Decaro, ex parlamentare e in politica da quando aveva 20 anni, ha deciso di scendere in campo e di candidarsi a sindaco per il centrosinistra. Si sfiderà alle primarie del centrosinistra, il prossimo 7 aprile, con Michele Laforgia. Borderline24 ha posto le stesse domande ai due candidati. Oggi a rispondere è proprio Leccese.
Perché ha deciso di candidarsi a sindaco?
Com’è noto, in un momento di stallo della discussione in seno al centrosinistra, sono stato indicato da diversi partiti della coalizione e da una serie di liste civiche per fare sintesi e riportare la politica al centro di un dibattito che, nelle scorse settimane, aveva finito per stancare i cittadini. Da candidato, sono tornato alle origini della mia storia e del mio impegno politico e devo dire che la dimensione della campagna elettorale, mi riferisco all’incontro e al confronto diretto con le persone sui sogni e sui progetti della Bari dei prossimi anni, è una dimensione che mi appartiene e mi appassiona.
Una cosa che salverebbe e una che non salverebbe della passata amministrazione
Mi riconosco pienamente nelle scelte dell’amministrazione Decaro, specie per quanto riguarda le esperienze di partecipazione e rigenerazione realizzate “dal basso”, attraverso l’attivazione di soggetti e associazioni per l’animazione territoriale e il recupero di spazi e immobili pubblici della città – penso a misure quali Reti civiche urbane o Rigenerazioni creative, o ancora al grande impatto sociale e culturale di hub giovanili come Spazio13 o Accademia del Cinema, e agli interventi per la riqualificazione di aree verdi e la creazione di punti sport nei giardini e nelle piazze di tutti i quartieri di Bari.
Per quanto riguarda le criticità, credo che la questione ambientale avrebbe dovuto essere affrontata con ancora maggiore slancio. Sebbene gli investimenti sul verde abbiano caratterizzato questi ultimi anni, avremmo dovuto pianificarli prima e investire maggiormente nelle competenze di progettazione interne al Comune, che è la ragione per cui vorrei rafforzare l’organigramma dell’ente con paesaggisti, agronomi e progettisti del verde.
Alle primarie i Cinque Stelle hanno deciso di sostenere Laforgia, cosa ne pensa di questa scelta?
Penso che tutti abbiano il legittimo diritto di scegliere il candidato che più si avvicina alle loro posizioni e al loro modo di intendere la politica. E credo abbiano scelto il loro candidato ideale. L’importante è mantenere fede agli impegni ed essere leali con tutte le forze che compongono la coalizione a prescindere dal risultato delle primarie.
Quale sarebbe secondo lei un candidato temibile del centrodestra?
Sinceramente non ne vedo. Ma posso dire che Stefano Dambruoso, mio compagno di scuola ai tempi del liceo, è una persona competente e autorevole, sicuramente un nome di prestigio.
Cinque cose pratiche che si impegna a realizzare a Bari se diventasse sindaco
Certamente una piena conversione ecologica della città, con il raddoppio delle alberature attuali e la replica dell’esperienza di deimpermeabilizzazione in corso con il G124 di Renzo Piano al San Paolo in tutti i quartieri della città. La sfida climatica è ancora troppo sottovalutata ed è una sfida, forse è bene ricordarlo, non solo ambientale ma che attiene alla salute e al benessere dei cittadini, specie degli anziani, dei bambini e dei soggetti fragili. Il patto sul clima che propongo mira anche alla realizzazione di comunità energetiche.
Vorrei che Bari diventasse una città universitaria e non solo una città con due grandi università: moltiplicando gli alloggi per studenti e rafforzando i servizi. Spazi di coworking, biblioteche aperte di sera, una card universitaria per dare piena cittadinanza ai ragazzi e alle ragazze che studiano e che rappresentano il futuro della nostra città.
Un altro tema centrale, a mio parere, riguarda l’accesso alla casa per le fasce sociali più fragili ma anche per le giovani coppie che studiano e lavorano Bari. Una questione che coinvolge anche la rigenerazione urbana dei quartieri e il riuso del patrimonio pubblico sottoutilizzato o in abbandono. Su questo l’Agenzia della Casa svolgerà un ruolo di primo piano, di concerto con le associazioni dei proprietari, gli inquilini e le banche.
Cosa non le piace o contesta al suo contendente alle primarie, Michele Laforgia?
Premesso che Michele è una persona che conosco da tanto tempo e che stimo, direi che non ho apprezzato affatto i toni che ha utilizzato inizialmente nel dibattito tutto interno al centrosinistra. Devo però ammettere che negli ultimi giorni mi sembra che abbia cambiato atteggiamento, il che non può che farmi piacere.
Perché i baresi, se vincesse le primarie, dovrebbero votare per lei?
Perché amo Bari e conosco benissimo questa città e la sua macchina amministrativa. Perché da vent’anni a questa parte lavoro per rendere possibile quel cambiamento che è sotto gli occhi di tutti e che ha trasformato Bari da una città del sud che nessuno sapeva esattamente dove fosse a una città attrattiva, da scoprire in tutte le sue anime. Una città che grazie al sindaco Antonio Decaro ha scommesso sul proprio futuro con coraggio, facendo scelte in cui inizialmente erano pochi a credere e che sono diventate realtà anche attraverso un nuovo protagonismo di tutti gli attori della città. E, ultimo ma non ultimo, perché sono ambientalista da sempre e Bari ha urgenza di affrontare un deficit storico in termini ambientali, a cominciare dal verde pubblico, per vincere le sfide dei prossimi anni e affrontare gli effetti del climate change.
In caso di sconfitta alle primarie, sosterrà comunque il candidato del centrosinistra e farebbe parte della sua squadra se vincesse?
Assolutamente sì, lo sostengo sin dall’inizio di questa avventura straordinaria. Le primarie nascono sì per individuare un candidato ma soprattutto per consolidare il patto tra tutte le forze e le diverse anime della coalizione di centrosinistra.
Cosa ne pensa della decisione del Ministero di inviare la commissione per valutare lo scioglimento del Comune di Bari
Penso si tratti di un procedimento avviato in tempi e modi discutibili, a seguito di una pressione indebita esercitata dai parlamentari pugliesi di centrodestra nei confronti del ministro dell’Interno, il che fa inevitabilmente pensare a una mossa strumentale in chiave politica ed elettorale.