Attendono il rinnovo del contratto nazionale da oltre 4 anni (da 51 mesi) i lavoratori della Distribuzione Moderna Organizzata (si tratta di tutte quelle aziende multinazionali che hanno punti vendita sul territorio). Dopo una lunga trattativa, Federdistribuzione ha sottoposto ai sindacati nazionali FILCAMS CGIL-Fisascat CISL e UILTuCS, una serie di proposte considerate dai sindacati “irricevibili finalizzate a cancellare diritti e garanzie attualmente contenute nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro che i lavoratori del settore hanno conquistato con sacrifici e lotte nel corso degli ultimi anni, al solo fine di far saltare la negoziazione per il rinnovo del CCNL lasciando irresponsabilmente un’intera categoria di dipendenti da lungo tempo in una situazione di grave impoverimento per la consistente perdita di potere di acquisto delle loro retribuzioni”, si legge in una nota.
In buona sostanza, Federdistribuzione propone “una inaccettabile logica di scambio tra una presunta disponibilità ad erogare l’aumento contrattuale (peraltro mai esplicitata nel dettaglio nel corso della trattativa) in cambio di un peggioramento della parte normativa che preveda la precarizzazione dei lavoratori attraverso l’introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi) e proponendo la mortificazione della professionalità del personale del settore attraverso un abbassamento dei livelli di inquadramento – continua la nota – Per queste ragioni, sabato 30 marzo FILCAMS CGIL-Fisascat CISL e UILTuCS hanno proclamato lo sciopero di tutto il personale dipendente dalle imprese che applicano il CCNL della Distribuzione Moderna Organizzata aderenti alla suddetta associazione datoriale, che sarà attuato mediante l’astensione dal lavoro per l’intero turno giornaliero”.
“Questo sciopero – dichiara il segretario generale della Filcams Cgil Bari, Antonio Ventrelli – serve a denunciare la rottura delle trattative determinata dall’atteggiamento irresponsabile ed arrogante di Federdistribuzione che vuole precarizzare e dequalificare i lavoratori, a sollecitare un avanzamento reale dei negoziati per il rinnovo del contratto ormai scaduto da troppo tempo e ad evidenziare l’insostenibile situazione di povertà e di sfruttamento in cui versa il personale, mentre le aziende del settore registrano una ripresa e un aumento dei fatturati”.
Il segretario generale della Cgil di Bari, Domenico Ficco, aggiunge che “quando non si rinnovano per un periodo di tempo così lungo i contratti nazionali di lavoro si mette in discussione il valore e la funzione della contrattazione nazionale indebolendo la tenuta economica e sociale del paese e condannando i lavoratori e le lavoratrici e le loro famiglie ad un futuro povertà e precarietà”.