È morto lo scrittore e sceneggiatore Marco Tiberi, aveva 51 anni. A darne la notizia è stata la famiglia, come riporta l’Ansa che ne ricorda le tante opere e soprattutto la capacità dello scrittore e documentarista di tradurre “la commedia all’italiana nella fiction televisiva”. Tra i primi a ricordarlo c’è anche Possibile, partito fondato da Filippo Civati, che era anche il suo editore e che in un tweet scrive: “Caro Marco, ci vorrebbe un colpo da maestro, alla Tiberi, l’abbiamo sempre chiamato così: un’idea per scrivere una storia completamente diversa. Perché, Marco, non amavi il lieto fine ma così no, non si può nemmeno pensare”.
Tiberi era allievo di Furio Scarpelli e durante la sua carriera aveva toccato varie arti, dedicandosi alla scrittura e al Cinema e talvolta unendoli, come nel libro “L’ultima morte di Peppe Bortone” in cui racconta la storia di un uomo che lavorava nel Cinema durante l’epoca d’oro del genere, ma che negli 80 vive una crisi (“Non potendo più morire, ha provato a tirare a campare e si è reso conto di non essere in grado” come si legge nella quarta) finché a salvarlo è una soap opera, una storia che deve costruire giorno dopo giorno, benché nulla sia infinito. Tiberi ha anche dedicato “Il figlio di Brancaleone”, scritto con Giacomo Scarpelli.
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