E’ tappezzata di articoli di giornali, la sala giunta del Comune di Bari. Ci sono articoli che riguardano i dieci anni di Governo Decaro. La lotta alle fornacelle e tutte le battaglie che hanno fatto del primo cittadino del capoluogo, un simbolo dell’antimafia. C’è la scorta a ricordare quella battaglia che Decaro ha fatto contro gli “abusivi” residence durante la festa di San Nicola che rendevano conto solo ai clan per dividersi le strade. Una occupazione negata dal primo cittadino che è diventata un simbolo importante della lotta alla mafia. La giornata è nera a Palazzo di città. All’indomani della decisione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di istituire una commissione finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento per mafia dell’amministrazione del capoluogo pugliese.
I fatti oggetto di approfondimento riguardano un’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avvocato Giacomo Olivieri e la moglie la moglie Maria Carmen Lorusso – attuale consigliera comunale, eletta in una lista di centrodestra e poi passata alla maggioranza. L’indagine coinvolge anche una municipalizzata. Ma Decaro non ci sta. Definisce l’azione del Governo un atto di guerra ingiustificato. Con un plico stretto tra le mani, ha raccontato durante la conferenza stampa di oggi la sua lotta alla mafia e ai quattordici clan della città. “A Bari la mafia esiste – ha detto – ma noi non abbiamo avuto paura di combatterla”.