La sconfitta rimediata contro il Venezia ha alimentato i malumori e il pessimismo nella tifoseria biancorossa in vista del finale di stagione. Per scacciare i fantasmi, il Bari dovrà riprendere a vincere per allontanarsi dalla zona più ‘calda’ della classifica. Prossimo ostacolo da superare, la Sampdoria. La squadra allenata da Andrea Pirlo occupa attualmente la nona posizione in classifica con 3 punti di vantaggio sui galletti.
Per affrontare i vari temi di questo match e del campionato, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Sampdoria, vale a dire Sergio Volpi che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
Sergio Volpi, da faro del centrocampo ad allenatore. Come procede questa nuova carriera?
“Mi diverto ad allenare una squadra vicino Brescia che disputa le categorie minori”.
Nella sua carriera da calciatore è stato allenato da tanti mister preparati. A chi si ispira maggiormente?
“Difficile ispirarsi a qualcuno quando alleni tra i dilettanti. Il mio obiettivo è solo quello di far divertire i ragazzi che alleno, reduci da una giornata di lavoro”.
A proposito di allenatori, quale il primo ricordo che le viene in mente pensando ad Eugenio Fascetti?
“E’ stato un papà per tutti noi, soprattutto per i più giovani. Lo porto sempre nel mio cuore perché mi ha insegnato tanto. Burbero? E’ il suo modo di essere, ma alla fine è una persona vera che dice le cose in faccia”.
Veniamo alla sua carriera da calciatore. Carriera iniziata nelle giovanili del Brescia e terminata a Piacenza. Per lei anche 2 presenze con la maglia azzurra…
“Sono soddisfatto della mia carriera, non ho rimpianti. Quando ho indossato la maglia della nazionale ho toccato il cielo con un dito”.
A fine anni 90 e inizio anni 2000, in Italia militavano tanti ottimi calciatori nel suo ruolo: questo l’ha penalizzata?
“Sono i cicli del calcio, ma è indubbio come, in quegli anni in Italia, ci fossero tanti campioni e in ogni ruolo, non solo a centrocampo. Ho avuto la fortuna di giocare in un periodo bellissimo del calcio italiano e di potermi confrontare con tanti calciatori di valore”.
Tra i tanti centrocampisti di livello di quel periodo, due suoi amici: Andrea Pirlo e Roberto Baronio. Bresciani come lei e attualmente alla guida della Sampdoria.
“Per loro parlano le carriere. Pirlo credo sia stato il miglior centrocampista italiano e tra i primi 3 a livello mondiale. Anche Baronio è stato un grandissimo calciatore. Alla Samp stanno facendo un ottimo lavoro, considerate le difficoltà societarie e i ritardi di inizio campionato. Sono stati anche penalizzati dai tanti infortuni, ma ora si sono ripresi e si sono avvicinati alla zona playoff. Devono continuare così”.
A proposito di Sampdoria, prossima avversaria del Bari in campionato, possiamo definirla l’esperienza più importante della sua carriera? Per lei 193 presenze e 22 gol in blucerchiato…
“La Samp è stata la società nella quale mi sono fermato di più. Ho trovato un ambiente fantastico e sano, raggiungendo i miei migliori risultati da calciatore”.
Nel Bari ha invece militato dal 1996 al 1998 per un totale di 61 presenze e 8 reti. Una squadra che si tolse diverse soddisfazioni in giro per l’Italia…
“Paradossalmente, abbiamo trovato maggiori difficoltà nel campionato di serie B che in quelli di A. Poi, grazie alla vittoria nel derby contro il Lecce , ci fu un cambio di marcia che ci portò sino alla promozione in serie A. Quella vittoria nel derby ci diede una carica importante: riuscimmo ad isolarci da tutto e da tutti riuscendo ad ottenere il massimo nelle partite che restavano”.
Che rapporto aveva con la piazza di Bari? Secondo alcuni suoi ex compagni di squadra, per giocare a Bari occorre personalità…
“Bari non è una piazza qualunque: chi indossa la maglia biancorossa è consapevole che è sotto i riflettori 24 ore su 24. Con tutto il rispetto, Bari non è Cittadella dove non c’è la stessa pressione”.
E veniamo al Bari dei giorni nostri. Dopo aver sfiorato la serie A, ora si rischia la serie C. Come se lo spiega?
“Non so se il Bari rischia davvero la serie C: ha tanti calciatori importanti che devono far di tutto per cercare di tirarsi fuori da questa situazione non facile”.
Lei conosce bene Beppe Iachini, tecnico del Bari per aver giocato insieme a Venezia. E’ l’allenatore giusto per il Bari?
“Iachini conosce bene la serie B e sa caricare le squadre che allena. Credo sia l’allenatore giusto per il Bari, fermo restando che in campo ci vanno i calciatori. L’allenatore può preparare tutto quello che vuole, ma nel rettangolo verde è il calciatore che sbaglia o fa cose buone”.
Bari – Sampdoria: che partita si aspetta?
“Mi aspetto una gara molto tesa perché ci saranno in palio punti pesanti: se la Samp dovesse vincere, diventerebbe la mina vagante dei playoff, mentre per il Bari la situazione si farebbe molto pesante e la classifica molto difficile. Ma non solo, i calciatori perderebbero ancora più fiducia e risalire diventerebbe complicato”.
Per chi farà il tifo?
“Quando si affrontano le mie ex squadre, non mi schiero per nessuno perché sono affezionato a tutte le società nelle quali ho giocato. La mia speranza è che Bari e Samp possano tornare presto nel calcio che conta”.