Lo attendono da anni i ciclisti e non solo. Ma del ponte ciclopedonale che doveva collegare Fesca con Palese resta solo una voce nel piano triennale delle Opere pubbliche, rinviata di anno in anno. L’ultimo annuncio di progetto risale al 2020. E da allora solo il silenzio.
“Di quel ponte – racconta Marco Terzi, ciclista – se ne parla da decenni. Si tratta di un’opera fondamentale perché attualmente per arrivare a Palese i ciclisti sono costretti o a fare un giro enorme dal San Paolo o ad attraversare la lama. E’ impensabile avere Palese e Santo Spirito non collegate al resto della città. Un cicloturista in linea teorica non può arrivare a Bari se non facendo un giro impossibile”.
Negli anni ci sono stati diversi progetti, ma nulla di più. “Ci dicono che bisogna ottenere tutti i pareri dell’Autorità di Bacino, è giustissimo. Ma sono passati davvero tanti anni e non abbiamo visto neanche un passo avanti”, continua Marco. E questa – secondo i ciclisti – non è l’unica frattura della città. C’è ad esempio il ponte Adriatico, inaugurato con una pista ciclabile mai aperta perché insicura. Il Comune ha promesso interventi di messa in sicurezza che però non sono ancora partiti. “Poi ci sono anche i sottopassi per superare i binari – conclude Terzi – dove bisogna salire e scendere dalla bici per attraversarli, perché chi li progetta non pensa che la bici è un mezzo di trasporto, non un mezzo di svago”.
Il progetto del ponte mai realizzato
Nel 2020 l’amministrazione presentò un primo progetto per la realizzazione di una passerella ciclopedonale tra Fesca e Lama Balice. Per l’intera opera è prevista una spesa di un milione e 122mila euro. Il progetto presentato e approvato dal Comune proponeva una soluzione di viabilità ciclabile che si sviluppa in direzione nord-sud in sede promiscua, innestandosi lungo la linea di costa, e parallelamente verso l’interno, risolvendo in questo modo un annoso problema di continuità della rete viaria litoranea, con la conseguente connessione di parti di città vicine ma non collegate.
La pista avrebbe come testata a sud l’attuale area adibita a parcheggio su lungomare IX Maggio, in cui è stato ipotizzato, secondo il Biciplan comunale, di creare un parcheggio di scambio per le due ruote, e si connetterebbe con la pista ciclabile lunga circa 1,7 km realizzata nell’ambito dei lavori del waterfront di San Girolamo e Fesca. In particolare, il progetto si sviluppa da nord a sud, tenuto conto della sezione stradale e delle condizioni del contesto esistente e individuando interventi a partire da via Cola di Cagno, che sarà interessata da una rimodulazione del marciapiede su cui sorgerà una pista ciclabile promiscua, cui seguirà un tratto su via Nazionale, individuata come zona 30 in quanto caratterizzata da restringimenti e, pertanto, non adeguata ad ospitare una sede per la pista ciclabile.
Un altro tratto riguarderà strada del Baraccone, su cui è previsto un allargamento del marciapiede per ospitare la sede della pista ciclabile promiscua, che proseguirà con un sentiero ciclabile, realizzato con materiali drenanti, fino ad arrivare al nuovo sovrappasso ciclopedonale su Lama Balice, da realizzarsi con tecnologie a secco e materiali removibili.