“In queste ore, il dibattito sulle regole delle primarie sta diventando un tira e molla stucchevole che i cittadini faticano a comprendere. Ogni giorno che passa senza decidere allontana l’unità della coalizione. Abbiamo accettato che le primarie, o unitarie che siano, vengano svolte il 24 marzo, giornata dedicata alla festività delle Palme. Ma ribadiamo con forza che solo una larga partecipazione della comunità del centrosinistra garantisce di mettere in assoluta minoranza chi vuole condizionare primarie o le elezioni vere”. Lo dichiarano il segretario regionale del Pd pugliese, Domenico De Santis, il segretario provinciale Pd Bari, Pino Giulitto e il segretario cittadino Pd Bari, Gianfranco Todaro.
“Di qui – aggiungono – parte la nostra proposta di allestire seggi in tutta la città. Restringere la partecipazione dei cittadini vuol dire trasformare una grande festa democratica in un piccolo raduno di pochi. Così non saranno primarie, saranno elitarie. In una città che si estende per quasi 120 chilometri quadrati, con 320.000 abitanti, per svolgere una consultazione è necessario aprire almeno un seggio in ogni municipio e 2 seggi nel municipio più grande. Per un totale di 6. Abbiamo accettato di venire incontro a tutte le proposte di cambiamento. Proposte che modificano un modello utilizzato dalla nostra comunità progressista moltissime volte in passato. Abbiamo accettato la preregistrazione, consentendo che sia possibile farlo fino all’ultimo minuto del 24, e siamo d’accordo anche a trovare una soluzione tecnica per consentire il voto elettronico. Nessuno può quindi nutrire dubbi sulla nostra volontà di trovare un punto d’incontro. E’ di tutta evidenza la nostra volontà di mettere in campo ogni cautela per prevenire qualsivoglia ‘inquinamento’. Ma questo non può essere confuso con la frapposizione di ostacoli alla partecipazione di quanta più gente possibile”. “Accedere a questa tesi – concludono – significherebbe ritenere che la stessa partecipazione alle elezioni di Giugno sia a “rischio” infiltrazioni perché ancora più estesa. Basta, quindi, con i veti, soprattutto sulla partecipazione”.