Bari sta vivendo in questi giorni le tradizioni della Quaresima, particolarmente sentite nel centro storico. Ma a differenza degli anni passati è in corso una polemica per la decisione della Diocesi di modificare il percorso delle processioni. Sia quella dell’Addolorata il venerdì prima della Domenica delle Palme, sia quella dei Misteri: quest’anno usciranno i Santi della Vallisa chiamati “Le chiangiammin”.
Come nasce la tradizione dei Misteri
Nel 1850 erano due le Confraternite che si occupavano della processione dei Misteri a Bari: La Vallisa e San Gregorio. In quegli anni uscivano entrambe ma i due gruppi non facevano che “punzecchiarsi”. “Al punto tale che nel 1850 l’allora vescovo – racconta Michele Fanelli, rappresentante del circolo Acli Dalfino – decise che non si poteva più continuare così. Le processioni sarebbero quindi uscite ad anni alterni: la Vallisa negli anni pari e San Gregorio nei dispari”.
All’inizio, nonostante gli anni alternati, le confraternite continuavano a punzecchiarsi: quelli di San Gregorio auguravano la pioggia alla Vallisa tanto che le statue della Vallisa vengono chiamate ” Le chiangiammin”, mentre la Vallisa augurava di trovare vento forte a San Gregorio e da qui il nome “Venteluse”.
La protesta
Ma quest’anno il percorso dei Misteri e dell’Addolorata è stato modificato. Non ci saranno processioni di mattina nel centro storico. La statua dell’Addolorata uscirà direttamente dalla chiesa di Sant’Antonio alle 14 per poi proseguire per la Cattedrale fino a raggiungere il rione Libertà e il Redentore. Solo nel pomeriggio ci sarà un passaggio nel centro storico. Anche i Misteri non ci saranno più di mattina, ma direttamente di rientro nel centro storico di sera. “Ci chiediamo perché hanno preso questa decisione – spiega ancora Fanelli – Ci sono tante proteste, qui non solo Bari Vecchia sta perdendo sempre più residenti, ma ora stanno togliendo anche le tradizioni. Non fanno che penalizzare questo quartiere”.
La tradizione del piatto votivo
Altra tradizione a Bari Vecchia è quella del piatto votivo che viene preparato 15 giorni prima di Pasqua con lenticchie, fagioli, fave bianche e grano. “Viene messa l’ovatta con sopra i legumi e il piatto custodito sotto il letto – spiega ancora Fanelli – poi il giorno dei Sepolcri lo si adorna con raso e con l’immagine del Santo al quale si fa il voto e lo si pone sul Sepolcro”.
La tradizione nel Barese
Compaiono ad inizio Quaresima sui balconi e sulle finestre dei centri storici baresi. Ed è una delle tradizioni storiche pasquali di Conversano, Casamassima, Martina Franca e Ruvo di Puglia solo per citare alcuni territori che continuano a mantenere vive le usanze con le “Pupe della Quarantana”.
Ad inizio Quaresima, il Mercoledì delle Ceneri, le ragazze appendevano ai balconi, o su un filo sospeso tra due case, sette bambole di pezza, una per ogni domenica che precede la Pasqua : “le pupattole”. Ogni bambola era cucita a mano con vestiti di colore diverso, tranne Palma vestita di nero e Pasqua vestita di Bianco e avevano in mano una ciambellina, tranne Pasqua che in mano aveva un fuso e strumenti di filatura e tessitura. Ogni domenica, al tramonto ne cadeva una. La domenica delle Palme cadeva Palma e infine la domenica di Pasqua si assisteva alla discesa dell’ultima pupa, Pasqua, a cui seguiva la distribuzione di dolci ai bambini presenti.
Tradizione vuole che le Pupe, abbiano colori e fattezze particolari: Janne (Anna) veste in beige o avana, Pagano (Pagan) in rosso con strisce a quadri, Rebecca (R’bbècc) porta il viola, Susanna (S’sann) il rosa chiaro, Lazzaro (Lazz’r) veste di rosso porpora, Palma (Palm) ha vestiti neri con richiami dorati, infine Pasqua (Pasq) indossa vestito bianco con rifiniture dorate. I nomi dati alla Pupe, sono tratti in buona parte dai testi sacri: Anna, la prima ad essere tolta, sarebbe Sant’Anna, Madre della Vergine Maria. Pagano rappresenta gli dei pagani oppure il Carnevale appena trascorso. Rebecca, moglie di Isacco, è stata presa dall’Antico Testamento come Susanna che è il simbolo dell’innocenza perché accusata ingiustamente di adulterio. Lazzaro, il quinto ad essere tolto dalla fila delle sette Pupe, ricorda il miracolo della Resurrezione. Palma è il simbolo della Pace e finalmente Pasqua il candore e la vincita di Gesù sulla morte.
(ha collaborato Adalisa Mei)