Niente contributi per 2 anni per il datore di lavoro domestico che assume badanti che assistono anziani non autosufficienti ultraottantenni. Nel dettaglio, l’agevolazione scatta in caso di assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a soggetti anziani. Le persone oggetto di assistenza devono avere un’età anagrafica di almeno 80 anni, e devono essere già titolari dell’indennità di accompagnamento. La misura è prevista dal decreto Pnrr, approdato lunedì 26 febbraio dal Consiglio dei ministri. L’obiettivo è favorire la regolarizzazione del lavoro di cura prestato al domicilio della persona non autosufficiente. Il taglio dovrebbe decorrere dal 1 aprile 2024 fino al 31 dicembre 2025 per un periodo massimo di 24 mesi. È previsto un limite massimo di importo di 3.000 euro su base annua, riparametrato e applicato su base trimestrale, ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
Il datore di lavoro destinatario della prestazione, si legge, deve possedere un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro. Il beneficio non spetta nel caso in cui tra il medesimo lavoratore e il medesimo datore di lavoro o persona del suo nucleo familiare sia cessato un rapporto di lavoro domestico, si legge ancora. Il beneficio non spetta nel caso in cui tra il lavoratore e il datore di lavoro o persona del suo nucleo familiare sia cessato un rapporto di lavoro domestico con mansioni di assistente a soggetti anziani da meno di sei mesi. La copertura degli oneri, pari a 10 milioni di euro per l’anno 2024, a 39,9 milioni per l’anno 2025, a 58,8 milioni per l’anno 2026, a 27,9 milioni per l’anno 2027 e a 0,6 milioni per l’anno 2028, è assicurata, si legge ancora nella bozza, dal programma nazionale Giovani, donne e lavoro 2021-2027.