E’ l’arroganza ad emergere nel modus operandi di Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale impegnato a raccogliere voti per sua moglie Maria Lorusso, eletta in consiglio comunale nel 2019 nella lista ‘Di Rella sindaco’ e poi passata tra i banchi della maggioranza. Una raccolta voti ‘a tutti i costi’ soprattutto nel quartiere Japigia dove gli amici degli amici avrebbero fornito il sostegno necessario per raggiungere lo scopo. Al suo fianco il suocero Vito Lorusso, il medico arrestato a luglio scorso con le accuse di concussione, peculato, truffa e accesso abusivo al sistema informatico sanitario. In particolare, secondo le accuse, Lorusso avrebbe chiesto soldi a suoi pazienti per accedere a prestazioni invece garantite gratuitamente dal sistema sanitario nazionale, o per abbreviare i tempi delle liste d’attesa. Lo stesso Lorusso che aveva in cura il nipote di Parisi (morto nel 2020).
Voti facili per Olivieri, quelli a Japigia, come emerge da uno stralcio dell’intercettazione telefonica. “0ggi ho sentito quelli di Japigia – dice Olivieri rivolgendosi a Lorusso – e ho detto ‘ehi… mo’ lo dico a modo mio… se quella non prende cinquecento voti a Japigia, io prendo lo stomaco di B. (ride). Mettetevi come vi dovete mettere…cioè… hai presente la guerra? La guerra!. Ho dato… abbiamo dato… siamo stati bravi eccetera… mo’… abbiamo bisogno e io non posso fare figure di merda… ah e il nome Lorusso mo’… non deve prendere voti? Ab… e vuol dire che è un’offesa!” ho detto “mettiamola sotto l’aspetto dell’offesa… se il nome Lorusso, dopo quello che Lorusso ha fatto, non prende voti è un offesa!” che poi devi parlare cosi… io voglio… quella se non ha i cinquecento voti, li conto da sezione a sezione…”.