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Boom edilizio a Bari, nuovi palazzi ovunque: “No a rioni satelliti”

Fioccano le polemiche su progetti come quello del grattacielo. Il Comune punta a ricongiungere la città, colmando i vuoti urbanistici

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Sab, 24 Febbraio 2024 - 08:55

La strategia urbanistica del sindaco Antonio Decaro è stata ribadita più volte dal primo cittadino: “No ai quartieri satelliti”, via libera ai progetti per ricongiungere la città e colmare i vuoti urbanistici. Una città che negli ultimi anni sta conoscendo un vero e proprio boom edilizio con costruzioni ovunque, in tutti i quartieri da nord a sud.

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Il primo atto sarà proprio quello di Costa Sud: qui i lavori dei primi due lotti partiranno già nelle prossime settimane. Ma resta il punto interrogativo sulla zona di Torre Carnosa e di Punta Perotti.  Costa Sud nasce dal presupposto di riconnettere il lungomare (che vive in un profondo degrado urbanistico e sociale) garantendo anche il rapporto città- campagna.  E con Costa Sud le volumetrie sono state ridotte del 50 per cento e il consumo del suolo del 60 per cento. Una operazione urbanistica di ricucitura anche ambientale. Per Punta Perotti si partiva da una volumetria di 750mila metri cubi, con una riduzione di circa 531mila: le volumetrie si fermano a 218mila metri cubi (con riduzione di oltre il 70 per cento) e un risparmio del suolo del 100 per cento. Perché i proprietari di quei suoli possono costruire in altre zone, già urbanizzate, come appunto Japigia, con un risparmio anche sulle opere di connessione tipo fogna o impianti di illuminazione.

A Torre Carnosa la riduzione delle volumetrie è stata del 77,44 per cento.  Con l’approvazione in Consiglio,  prevista per l’11 marzo,  si inizieranno le procedure di esproprio, con indennità che variano da un massimo di 12 euro a metro quadro per la zona di Punta Perotti (cifra complessiva di un milione e 251mila euro più 135mila e 599 euro di indennità aggiuntive) ad un minimo di 8,75 euro a metro quadro per Torre Carnosa (per un ammontare complessivo di un milione e 301mila euro con indennità aggiuntive di 193mila euro).

Il Comune ha quindi spostato le volumetrie all’interno, verso Japigia, per poter liberare la linea di costa da nuove costruzioni. L’idea è di non creare più quartieri “satelliti”, ma di ricongiungere e riempire quelle parti di città già raggiunte da servizi. Come appunto Japigia.  “Non faccio un altro San Pio o un altro Catino – ha ribadito il primo cittadino durante una commissione consiliare – ma sposteremo quelle volumetrie in zone più centrali, come vicino alla Fiera, al Quartierino, alle spalle di Poggiofranco dove ci sono già aree edificabili. La città la stringiamo, riduciamo le volumetrie e non creiamo satelliti”.

I progetti contestati

Il progetto del grattacielo da 120 metri a Japigia. La demolizione dell’ex palazzo della Gazzetta per costruire nuove residenze. L’addio a ville storiche della città sempre per realizzare condomini. Il boom del cemento sta facendo storcere il naso a residenti e ambientalisti. È di qualche giorno fa l’avvio di una petizione al Quartierino contro le continue demolizioni di punti di riferimento del quartiere come il teatro Barium o la scuola paritaria. Sotto accusa la “perdita di identità” della città con la realizzazione di costruzioni che – secondo anche urbanisti – non fanno parte del contesto cittadino.

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