Il caso di infezione da Xylella fastidiosa fastidiosa, il nuovo ceppo del batterio killer rinvenuto in un mandorlo in agro di Triggiano, mette nuovamente sotto accusa il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari, causando danni da miliardi di euro in Puglia con 21 milioni di ulivi secchi e l’interro settore olivicolo in ginocchio in Salento. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia che manifesterà a Bruxelles il 26 febbraio contro una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta.
La Xylella fastidiosa sottospecie fastidiosa può colpire anche le piante di vite causando quella che viene definita la malattia di Pierce, una fitopatia che porta al disseccamento dei vigneti come accaduto in California – spiega Coldiretti Puglia – esattamente come avviene per gli oliveti a causa della Xylella fastidiosa sottospecie pauca.
“Contro IL nuovo ceppo di Xylella che attacca i vigneti non va messa la testa sotto la sabbia, sostenendo il monitoraggio capillare, la divulgazione, l’informazione e stanziando indennizzi ad hoc per le aziende agricole che risulteranno colpite dalla malattia”, afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia nel sottolineare che “l’UE dovrà farsi carico del disastro che da oltre 10 anni si è compiuto in Puglia, anche per colpa dei mancati controlli del materiale vegetale importato in Italia, ma anche per il sostegno comunitario che è totalmente mancato in Salento, dove vanno espiantati tutti gli alberi secchi e rigenerato il territorio, dopo un danno ambientale, economico e paesaggistico di miliardi euro”.
“La tempestività con cui il Servizio Fitosanitario della Regione Puglia ha individuato il nuovo ceppo grazie ad un monitoraggio in 134 siti soprattutto nelle aree indenni la dice lunga sulla necessità di non abbassare la guardia e di collaborare in ogni modo per creare una cintura di sicurezza che blocchi immediatamente l’avanzata del batterio Xylella fastidiosa fastidiosa”, afferma Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.
Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo di virus e insetti che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale – conclude Coldiretti – anche con l’avvio di una apposita task force.
Un autentico flagello è stato il batterio della Xylella sottospecie pauca che è stato introdotto con molta probabilità dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam ed ha devastato gli uliveti del Salento dove sono andate irrimediabilmente perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce, dall’autunno 2013, anno in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando fino a Bari.
Solo nell’area infetta risultano contaminati 183mila ettari e 21 milioni di alberi e contro il dilagare della Xylella che è arrivata in provincia di Bari sono determinanti monitoraggio, campionamento, analisi di laboratorio e continua ricerca, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, per l’individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione – ricorda Coldiretti Puglia – su piante sensibili e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità è garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe, anche puntando sulle tecnologie innovative di monitoraggio remoto.
La diffusione della Xylella fastidiosa potrebbe costare miliardi di euro nei prossimi 50 anni in Europa, mentre in Italia, se l’espansione della zona infetta non venisse arrestata, l’impatto economico potrà crescere fino a 5,2 miliardi di euro – conclude Coldiretti Puglia – sulla base dello studio della prestigiosa rivista americana PNAS (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d’America) sulla valutazione dell’impatto di Xylella fastidiosa pauca sull’olivicoltura in Italia, Grecia e Spagna, studio realizzato nell’ambito del Progetto H2020 POnTE da un team multinazionale di ricercatori guidato da economisti dell’Università di Wageningen (Olanda).