Il progetto del grattacielo da 120 metri a Japigia. La demolizione dell’ex palazzo della Gazzetta per costruire nuove residenze. L’addio a ville storiche della città sempre per realizzare condomini. Il boom del cemento sta facendo storcere il naso a residenti e ambientalisti.
È di qualche giorno fa l’avvio di una petizione al Quartierino contro le continue demolizioni di punti di riferimento del quartiere come il teatro Barium o la scuola paritaria.
E ieri arriva la nota ancbe a firma di Antonella Calderazzi (Consulta Ambiente del Comune di Bari), Elda Perlino (Associazione Sviluppo Sostenibile), Liliana Spagnolo (Italia Nostra)
“Apprendiamo – si legge nella nota – che è stata depositata la richiesta di permesso per l’abbattimento del palazzo ex sede della Gazzetta del Mezzogiorno progettato dall’architetto Onofrio Mangini in via Scipione L’africano e per la successiva realizzazione di 76 appartamenti ad uso residenziale”.
“L’edificio è compreso nell’Atlante delle opere di architettura moderna e contemporanea da tutelare, compilato dalla ripartizione Urbanistica, nel rispetto della Legge Regionale n.14/2008, ma evidentemente a nulla servono le Leggi e i Decreti che mirano alla Tutela del patrimonio architettonico esistente in quanto la Regione Puglia prevede nella Legge sul Piano Casa l’ampliamento del 35% della volumetria esistente in caso di demolizione e ricostruzione, e l’Amministrazione ovviamente concede permessi di costruzione a chi ne fa richiesta”.
“La città subisce una ulteriore perdita – continua la nota – di un edificio che per la sua architettura e per la presenza all’interno delle rotative originali rappresenta una pregiata archeologia industriale, a causa di una mancanza di tutela da parte di amministratori che ignorano il valore della testimonianza storica di edifici che hanno fatto scuola in tutto il paese da un punto di vista architettonico e culturale e che dovrebbero essere tutelati dalle Istituzioni (Soprintendenze) preposte”.
Sovrintendenza che però in un ultimo parere ha evidenziato che per quell’edificio “Non si ravvedono elementi peculiari di valore tali da avviare il procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale”, si legge nel parere.
“Bari – proseguono gli ambientalisti – è una città priva di memoria storica e lo abbiamo verificato anche nei casi in cui sono state abbattute ville di stile liberty (villa Vera e Villa Tilde) lungo Via Amendola per consentire di edificare complessi residenziali distruggendo anche l’esiguo verde esistente – continuano – in una città, quale Bari che perde ogni anno abitanti e residenti ci chiediamo a chi sono destinate le centinaia se non migliaia di cubature ad uso residenziale che sorgono più numerose dei funghi nelle foreste umide? Palazzi che hanno invaso e continuano ad invadere la città anche in sostituzione di pregiate ville antiche che avrebbero dovuto essere tutelate dalla legge esistente, o eliminando le rare aree a verde destinate a quartieri la cui qualità di vita è fortemente compromessa da una elevata densità abitativa e una insufficiente politica di mobilità sostenibile?”
Sotto accusa anche il progetto del grattacielo a Japigia. “Tale edificio con il suo verticalismo non risulta organico con la storia e l’architettura della nostra città ma ne incarna la negazione della sua identità e della sua vocazione ad un ambiente più verde ed ecologicamente sostenibile”
“La nostra richiesta – concludono – è di completare e approvare entro il 2024 il nuovo PRG adeguandolo alle reali esigenze di crescita residenziale della città e bloccando ogni nuovo progetto di lottizzazione o variazione di PRG per progetti depositati da tempo e con permessi scaduti per adeguarli alle reali necessità della città e dei suoi cittadini, senza tener conto di interessi diversi e/o eventuali sbarchi di extraterrestri che giustificherebbero le cubature previste dal vecchio Piano Regolatore e forse già superate grazie ad un Piano Casa e una cultura basata sull’investimento nel mattone che ha da sempre caratterizzato ed influenzato la storia della nostra città”.
Sulla stessa questione interviene l’ambientalista Matteo Magnisi. “Se quell’ edificio della “città verticale”, che già alberga nella mente dei Costruttori di Bari e non solo fosse già realizzato, forse in queste ore i protagonisti della querelle a candidato sindaco di Bari dovrebbero posizionarsi in cima a quel grattacielo per duellare più che sulle prerogative alla “marchese del grillo”, in presenza del benessere di un’ aria più rarefatta, su una Visione della Città che da quell’ altezza forse sarebbe più chiara. E se fosse molto più alto quel grattacielo potrebbe dare fondo in un botto a tutte le insostenibili volumetrie del Piano Quaroni. Ci sarebbe un ma: al di là della luce che diminuirebbe nelle vicinanze, la fogna nera e bianca già malandata della città reggerebbe agli scarichi simultanei di centinaia di residenti di quell’ edificio? Salvo che ora a giustificazione della bontà del progetto non si adduca la motivazione di un’urbanistica creativa che in un tempo di elevate temperature estive possa giovare un’ ombra più lunga! L’ amara ironia della nota purtroppo disegna un altrettanto amara realtà”.