La pericardite, che potrebbe aver colpito il ministro della Difesa Guido Crosetto, è un’infiammazione del pericardio, ovvero della doppia membrana che avvolge il cuore e che è simile ad un sacchetto. Quattro le cause principali che possono determinarla. Si tratta di una patologia con decorso benigno se ben trattata. Il paziente, tuttavia, può andare incontro a recidive. Tra i sintomi c’è il dolore toracico: il 5% degli accessi al pronto soccorso con tale sintomo, spiegano gli esperti del Policlinico Gemelli di Roma dove è presente un ambulatorio dedicato, è dovuto proprio ad una pericardite. Il primo campanello d’allarme di una pericardite è un forte dolore nella parte anteriore del torace, che può irradiarsi anche alla spalla e al braccio sinistro e che allarma molto il paziente, che pensa di avere un infarto. “Ma il dolore della pericardite tipicamente si attenua se il paziente si mette seduto con il busto inclinato in avanti, mentre si accentua quando ci si sdraia – spiega Laura Gerardino, dirigente medico della Unità Riabilitazione e Medicina Fisica, referente dell’Ambulatorio delle Pericarditi Ricorrenti – CEMI di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs -.
Il paziente con pericardite può avere anche una sensazione di ‘fame d’aria’ (dispnea) da sforzo, palpitazioni e a volte anche febbre che magari si ripresenta dopo essere uscito da una recente infezione virale, come influenza o Covid”. In presenza di questi sintomi, spiega, il paziente deve fare subito un elettrocardiogramma ed un ecocardiogramma che consente di vedere se, oltre all’infiammazione dei foglietti pericardici, si è prodotto un versamento, cioè del liquido tra i due foglietti stessi: questa è un’emergenza che richiede un intervento immediato. Quanto alle cause, spesso la pericardite è preceduta da una malattia virale o batterica, può essere legata ad una malattia autoimmune o a precedenti interventi sul cuore, ma nel 70% dei casi una causa vera e propria non è rintracciabile. Questa malattia, “se ben trattata – rassicura Gerardino – ha un decorso benigno ma spesso è caratterizzata da un’elevata frequenza di recidive. Queste pericarditi cosiddette ‘ricorrenti’ si verificano soprattutto nelle forme idiopatiche, ovvero quelle senza una causa nota”. Sul fronte delle possibili terapie, per ‘spegnere’ la pericardite si utilizzano i farmaci anti-infiammatori non steroidei o l’aspirina, che vanno iniziati ad alte dosi e scalati poi lentamente. La prevenzione delle recidive, inoltre, afferma Gerardino, “passa attraverso la prescrizione di un ulteriore farmaco, la colchicina”. Se il paziente non risponde alla terapia con anti-infiammatori, si possono utilizzare in alcuni casi i corticosteroidi.