Venerdì 16 febbraio al teatro Abeliano di Bari l’associazione Al Nour, diretta da Angela Cataldo, proporrà lo spettacolo musicale “Danza con me” del Francesco Greco Ensemble, anteprima della sedicesima edizione del festival “Ya Salam”, manifestazione culturale dedicata interamente ai Paesi del Mediterraneo, ai loro differenti linguaggi, alle coreografie mozzafiato, alla musica, alla danza, al teatro e a tanto altro. In questa occasione il noto violinista tarantino, insieme ai suoi musicisti e ai ballerini Gabriella Todisco, Michele Lobefaro e alle danzatrici di Ali di Iside Company, proporrà un concerto per violino che metterà insieme la musica e la danza. La passionalità del tango e la sensualità della danza mediorientale si compenetrano nella grande musica di Lino Cannavacciuolo, violinista napoletano e nei tanghi di Astor Piazzolla, nella musica etnica e nei brani della tradizione classica.
“Danza con me” è un viaggio all’insegna della musica etno-arabeggiante passando per le armonie tipiche delle scale napoletane, tra virtuosismi e grandi armonie. “È un’esibizione basata sulle capacità del violino – ha spiegato Francesco Greco -. Sarà uno show nel quale la musica sarà accostata alla danza con i ballerini di tango e di danza del ventre. Per tale motivo il concerto sarà un viaggio nella musica, attraverso il quale mostreremo come il violino sia uno strumento che ben si presta a tutti i generi”. L’ensemble, capitanato dall’ecclettico violinista tarantino Francesco Greco, è anche composto da Daniele Dettoli alle tastiere, Emidio Dimaio al basso, Alessio Santomauro ai timpani, Mino Inglese alla batteria, dalla soprano Valeria Palmieri soprano e dal tenore Aldo Liotino. Con il loro spettacolo, che avrà inizio alle 21, verrà dato un assaggio di quello che sarà proposto nell’edizione 2024 del festival “Ya Salam”, che prenderà il via a giugno.
“Sono anni ormai che dedichiamo i nostri sforzi alla inclusione e alla integrazione sociale delle etnie presenti nella nostra Regione – ha affermato spiega la presidente Angela Cataldo – e per farlo, utilizziamo l’unico strumento che riteniamo capace di veicolare fedelmente l’essenza di ogni popolo: la cultura. Non possiamo negare che tradizioni, abitudini, modo di essere, cose che regolano i nostri comportamenti siano. inscritti nel Dna di ogni popolo e solo la cultura in tutte le sue espressioni è capace di tirarle fuori”.