Vendere vino, sia attraverso canali online che offline, può rivelarsi un’attività estremamente redditizia, con la possibilità di generare profitti significativi. Ma per intraprendere questo tipo di business è fondamentale possedere determinati requisiti e ottenere le licenze appropriate. La produzione vinicola è una vera e propria arte che riesce ad unire cultura e tradizione. L’Italia, tra i principali produttori di vino a livello mondiale, si caratterizza per la realizzazione di prodotti apprezzati in tutto il pianeta. Quali sono i passaggi necessari, quindi, per intraprendere un percorso di successo nella vendita di vino?
Gli investimenti per aprire un’azienda vinicola
Aprire un’azienda vinicola richiede un investimento iniziale considerevole, poiché coinvolge molteplici aspetti e richiede la presenza di diverse figure professionali specializzate. Oltre all’acquisizione del terreno e all’installazione delle strutture necessarie – e in merito segnaliamo che sulla rete, specie su riviste specializzate come il magazine online winemeridian.com, si trovano parecchi contenuti utili – è essenziale considerare anche i costi legati alla produzione e alla commercializzazione del vino, nonché alle risorse umane necessarie a portare avanti questi processi.
Negli ultimi anni il mercato del vino italiano, che tradizionalmente è stato orientato verso metodi di vendita convenzionali, ha iniziato a spostarsi sempre di più verso la vendita online. È un cambiamento che ha reso il settore vinicolo un’opportunità di business interessante per chiunque desideri avviare una nuova impresa. Basti pensare che, secondo uno studio condotto da IRI per Vinitaly, nei primi dieci mesi del 2020, gli acquisti di vino online hanno registrato un incremento del 12%.
Il ruolo del vigneto per avviare una cantina
Prima di tutto bisogna ricordare che non tutti hanno la possibilità di avviare una cantina vinicola o un’azienda che si occupa della produzione di vino. Questo tipo di impresa richiede una conoscenza approfondita del settore, specialmente in un mercato come questo, che è altamente competitivo.
Ma per avviare una cantina non è indispensabile possedere un vigneto. Le imprese che si dedicano al vino possono essere classificate in due tipologie, le aziende che gestiscono tutto il processo produttivo, dalla coltivazione delle viti fino all’imbottigliamento e alla successiva commercializzazione del vino, e le cantine che si concentrano sulla lavorazione dell’uva, senza occuparsi della coltivazione.
Secondo le norme europee, non è possibile piantare nuovi vitigni nel territorio dell’Europa oltre una certa percentuale stabilita su base annuale. Ma esiste quello che viene definito diritto di reimpianto, che permette di ripiantare un vitigno in un terreno in cui era presente in precedenza, a condizione che la superficie sia la stessa e che non sia trascorso un tempo superiore a otto anni. Per mettere in atto questo, è necessario verificare l’esistenza di terreni con diritto di reimpianto. Quando il terreno adatto viene individuato, si può procedere con tutti i necessari adempimenti burocratici.
Gli adempimenti burocratici
Per avviare un’iniziativa imprenditoriale come l’attività di vendita di vino o l’apertura di una cantina, è necessario portare avanti un iter ben preciso, per il quale è consigliabile avvalersi del supporto di un esperto. Per esempio, è indispensabile ottenere le autorizzazioni per poter operare sul mercato, rivolgendosi alle diverse autorità competenti.
Per la vendita di vini, ad esempio, è necessario avere il nulla osta che riguarda i requisiti igienico-sanitari, la licenza per la vendita di prodotti alcolici e l’autorizzazione comunale che fa riferimento ai pubblici esercizi.
Un altro passaggio essenziale è quello dell’apertura della partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, insieme all’iscrizione da effettuare alla Camera di Commercio e all’apertura delle posizioni in riferimento all’INPS e all’INAIL. Naturalmente bisogna anche notificare al Comune l’avvio dell’impresa e chiedere i permessi per l’esposizione dell’insegna.
Quanti soldi servono per avviare una cantina
L’avvio di un’impresa di questo tipo richiede un investimento considerevole, compreso tra 100.000 e 140.000 euro. I primi costi da affrontare riguardano l’acquisto o l’affitto del terreno, che dovrebbe avere un’estensione di circa 3 o 4 ettari.
Poi bisogna considerare l’esborso da affrontare per acquistare o noleggiare le attrezzature indispensabili. Si tratta, ad esempio, di strumenti agricoli, di trattori, di vasche per il processo di fermentazione, di sistemi per l’irrigazione. Altri costi da considerare sono quelli per i consulenti, come i commercialisti, i notai, gli esperti di comunicazione per le attività di promozione.