Beppe Iachini, l’uomo giusto nel momento giusto…o quasi. Si, proprio così: dopo una serie di errori, la dirigenza del Bari ha finalmente indovinato una scelta, quella del terzo allenatore stagionale. Scelta giusta, quanto tardiva, perché l’allenatore marchigiano avrebbe dovuto rappresentare l’elemento di rilancio dopo la beffarda finale contro il Cagliari. Invece, si è optato per la discutibile strada della “continuità impossibile” con Mignani, per poi riuscire a fare anche peggio andando a pescare un allenatore come Marino, non adatto al contesto, all’ambiente e alla squadra allestita. E’ questo uno dei più grandi rammarichi di questo Bari targato 2023/23: aver perso tempo con due allenatori che, per motivi diversi, non erano in grado di poter guidare i biancorossi in una stagione che si preannunciava irta di ostacoli, soprattutto per le scelte errate in ambito calciomercato.
Sicuramente è prematuro parlare di ‘scelta giusta’ dopo una sola partita e una prestazione non di certo esaltante contro il fanalino di coda del torneo di B. Ma, nel gioco del calcio, esistono anche le sensazioni, i segnali che possono tramutarsi in sogni. Tutti elementi che non si basano solo su quanto visto durante i 90 minuti della gara contro il Lecco, bensì su quello che è accaduto “dopo” il fischio finale del signor Cosso: un gruppo di calciatori che ha circondato e festeggiato un allenatore giunto solo da qualche giorno e che aveva ottenuto ‘solo’ una vittoria contro la squadra più debole del torneo. Potremmo discutere sul perchè non si sia creato lo stesso amalgama con i precedenti allenatori, ma solo chi riesce a valicare la porta dello spogliatoio del ‘San Nicola’ può possedere questa risposta. Quello che è evidente e lapalissiano è che, al momento, il gruppo è col mister Iachini. Se questa alchimia persisterà sino alla fine della stagione e riuscirà a superare le difficoltà che inevitabilmente arriveranno, questo Bari potrà recitare un ruolo da protagonista in questo finale di torneo: il tempo c’è, i punti a disposizione pure.
Spesso si è detto che, nella piazza di Bari, c’è poco equilibrio e si passa dalla depressione all’esaltazione in poco tempo. Tutto vero e sacrosanto, ma in questo caso si tratta solo ed esclusivamente di sensazioni ad ampio raggio. Di sicuro questa squadra ha dei limiti, ma non tecnici. I limiti di questa squadra sono legati alle tempistiche errate nell’allestimento della rosa e per l’aver preso calciatori reduci da infortuni o periodi di inattività. Ma il valore dei calciatori che compongono la rosa del Bari è fuori discussione: anche il tanto vituperato Acampora, se giustamente pungolato, potrebbe diventare un valore aggiunto per questo gruppo. Ma nel fantastico ed imprevedibile mondo del calcio, queste dinamiche accadono: pensiamo a come riescono a far leva sulla psiche dei calciatori allenatori come Nicola, Ballardini o Bisoli e quali imprese disperate riescono a portare a compimento. Beppe Iachini è un pò il precursore di questo modo di fare calcio concreto, fruttuoso e basato sulle motivazioni. E allora perché non crederci? Perché non pensare alla promozione in serie A? Perché non pensare che Iachini possa diventare un nuovo simbolo biancorosso e rendersi autore di un nuovo miracolo calcistico nel capoluogo pugliese? La storia è dalla sua parte e Bari potrebbe entrare nella storia grazie a Iachini.
Foto Ssc Bari