Dimenticare Palermo e invertire quanto prima la rotta. Con questi auspici è iniziata l’avventura di Beppe Iachini sulla panchina del Bari. Il tecnico marchigiano dovrà preparare, in pochi giorni, la delicata gara contro il Lecco, prossimo avversario in campionato dei biancorossi.
Per affrontare i vari temi di questo match e quelli legati al terzo cambio di panchina stagionale in casa biancorossa, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Lecco, vale a dire Simone Cavalli che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per raccontare anche la sua carriera e parlarci dei suoi impegni attuali.
Partiamo dagli ultimi avvenimenti in casa Bari. Iniziamo dall’esonero di mister Marino. Decisione giusta?
“Nel mondo del calcio, l’allenatore è sempre il primo a pagare quando non arrivano i risultati. Marino è un allenatore di un certo spessore, ma è stato giusto cambiare”.
Terzo cambio di guida tecnica per il Bari. Dopo Mignani e Marino, ecco il “sergente di ferro” Beppe Iachini. E’ l’allenatore giusto per il Bari?
“Ho giocato diverse volte contro le sue squadre: è un allenatore che riesce a dare un’impronta caratteriale alle squadre che allena. Ha vinto tanti campionati e conosce bene la serie B. E’ l’allenatore giusto per una piazza importante come Bari”.
Dove può arrivare il Bari sotto la guida di mister Iachini?
“Mister Iachini potrebbe far svoltare il campionato del Bari: in una piazza come quella barese, basta poco per far riaccendere l’entusiasmo e riprendere il treno dei playoff”.
Da ex calciatore, può dirci quanto contano le motivazioni e la spinta psicologica nel gioco del calcio?
“Credo siano fondamentali e abbiamo tanti esempi di calciatori che, con le giuste motivazioni, hanno reso in maniera differente passando da un tecnico all’altro”.
Bari che, dopo la serie A sfiorata lo scorso anno, sta disputando un campionato sotto le attese. Quali spiegazioni si è dato?
“Difficile replicare il campionato dello scorso anno con la serie A persa in quel modo. A questo aggiungiamoci le difficoltà di un campionato duro come quello cadetto. Ma si è ancora in tempo per riprendersi e tornare in zona playoff”.
Analizzando l’organico a disposizione di Iachini, crede che questa rosa sia sottovalutata o sopravvalutata?
“La rosa del Bari è composta da buoni elementi e non credo sia inferiore a quella di altre squadre che sono più in alto in classifica. In una piazza come quella di Bari, quando le cose vanno male, ci vogliono calciatori di carattere: non è come giocare a Cittadella”.
Bari che, nel mercato di riparazione, ha puntato su calciatori di nome, ma che hanno giocato poco. Scelta rischiosa?
“La vedrei da un altro punto di vista: magari chi ha giocato poco in questa stagione, ha voglia di riscattarsi e far bene”.
Stanno facendo molto discutere le dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis che ha definito il Bari la seconda squadra della Filmauro, utile per il vivaio del Napoli…
“Bari non può essere la succursale del Napoli, ma deve essere la priorità per una proprietà. A Bari c’è bisogno di imprenditori che credano e valorizzino le potenzialità di una piazza così importante”.
Intanto sabato si torna in campo. Avversario di turno il Lecco. Quali le insidie di questo match?
“Sicuramente il Bari non deve sottovalutare il Lecco: quando devi vincere per forza e non sei tranquillo, possono arrivare brutte sorprese. Per fortuna Iachini è una garanzia da questo punto di vista e credo che questa possa essere la partita giusta per ricominciare”.
Lei a Lecco ci ha giocato nel campionato 2001-02: 34 presenze e 15 reti. I numeri ci dicono che fu un’esperienza positiva. Fu davvero così?
“Eravamo in serie C1 e l’allenatore era Roberto Donadoni. E’ stata l’esperienza che mi ha lanciato nel calcio che conta, anche a livello realizzativo. Lecco è una piazza tranquilla e credo che con la serie B abbiano raggiunto l’obiettivo massimo”.
A Bari invece è stato dal 2007 al 2009: 37 presenze e 9 gol. Come valuta la parentesi barese?
“Ho un ricordo bellissimo di Bari, anche se ho il grande rimpianto d’essere andato via nella stagione della promozione in A con Antonio Conte. Purtroppo ero chiuso da Caputo e Kutuzov e decisi di cambiare aria per trovare continuità”.
Se ripensa alla sua carriera, ha qualche rimpianto?
“In alcuni momenti avrei potuto fare qualcosa di diverso, ma alla fine va bene così: quando ho iniziato, in pochi credevano in me”.
Di cosa si occupa attualmente? E’ ancora nel mondo del calcio?
“Si, alleno il Reggiolo nel campionato di Prima categoria. Ma lo faccio solo per passione e per divertimento”.