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Bari, scuole insicure e genitori ostili: “La violenza è ovunque”

La docente: "I docenti non maneggiano carte, ma persone"

Pubblicato da: Rosanna Volpe | Mar, 6 Febbraio 2024 - 18:37

Docenti accoltellati da studenti o presi di mira con pallini di gomma mentre fanno lezione, presidi schiaffeggiati da genitori, personale scolastico preso a testate da familiari degli alunni. Una casistica che ha il sapore amaro dell’emergenza quella delle aggressioni ai danni del personale della scuola: lo scorso anno sono state in tutto 36, quest’anno, con l’episodio di  Varese, sono già 27, più di un caso a settimana. Una violenza che “schiaffeggia” il ruolo della scuola e di chi ci lavora. Ne è convinta Maddalena Casella, vicepreside dell’istituto comprensivo Umberto San Nicola e con una lunga esperienza nel mondo scolastico.

Aggressioni che si susseguono nelle scuole. Ieri si anche tenuta una riunione con i presidi alla presenza del ministro all’istruzione. In molti parlano di “emergenza sociale”, lei cosa ne pensa?

Penso che sia reale emergenza sociale, perché il problema sussiste in tutta la società. Malessere generale riscontrabile in qualsiasi contesto. Violenza verbale, insulti, sono sulla bocca di tutti. Si assiste a reazioni violente ovunque, rispostacce da chicchessia. L’incontro con il Ministro? Bah una piccola forma di apertura al confronto…

Lei ha una lunga esperienza in ambito scolastico, in cosa sono cambiati i bambini nell’approccio con la scuola?

“La lunga esperienza mi ha insegnato che “Si stava meglio quando si stava peggio”. La citazione a stretto giro si riferisce al COVID che sembrava ci asse isolati e ci avrebbe resi migliori, assolutamente. I bambini sono effettivamente cambiati in peggio. Considerano la scuola “il superfluo”, viene prima la palestra, Hip hop, la danza , l’inglese, il calcetto, le feste con animazione e per lo studio non c’è tempo. Aggressione da parte dei genitori per i troppi compiti, nel contempo anche insulti quando provi a reagire e non dai pochi…”.

E’ cambiato il ruolo degli insegnanti?
“Il ruolo degli insegnanti non è cambiato, anche perché per fortuna o sfortuna i docenti risultano essere tutti datati… quindi hanno già fatto e conoscono “la buona scuola”. Cambia l’approccio perché i bambini sono diversi”.

Quanta responsabilità hanno le famiglie?

“Non si tratta di responsabilità delle famiglie, perché le responsabilità sono di tutti anche dei docenti. Le famiglie non credono più nella scuola e nella cultura, perché distratte da altri “valori” e i docenti devono compenetrarsi e affrontare questi genitori che si rivolgono con superficialità nel migliore dei modi, con arroganza e “giudizio” sempre”.

Spesso si parla dell’importanza del rapporto scuola-famiglia, ma esiste davvero?

“Assolutamente. Poca comunicazione efficace, finché servi e finché fai come dicono loro. Basta una ‘valutazione’ non congeniale con i loro ‘metri’ che attaccano selvaggiamente! Perché le parole possono far male più delle pietre! Lasciamo stare i messaggi su wapp… e nel giorno nel SAFERY INTERNET DAY non è da sottovalutare il pericolo delle comunicazioni ‘ostili’ e svilenti delle chat. Della confidenza che in queste comunicazioni i genitori si prendono”.

Come la scuola può secondo lei riappropriarsi del suo ruolo?

“Occorre fermarsi e partire da chi ci governa, che in primis attacca e giudica. I docenti non maneggiano carte, ma persone. Se si tiene conto di questo bisognerebbe considerare che il nostro ruolo è prezioso e importante per lo sviluppo e la crescita delle future generazioni. Occorre iniziare a verificare in primis le strutture, perché i fondi del PNRR non so fino a che punto possono essere valore aggiunto. Certo è che va riorganizzata tutta l’impalcatura della scuola”.

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