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Ricchi per un giorno, così il “popolo” festeggiava il Carnevale

La storia della festa più "mascherata" d'Italia

Pubblicato da: redazione | Mar, 6 Febbraio 2024 - 19:04

E’ ormai aria di Carnevale. Una festa attesa, soprattutto dai piccoli. Una versione “più gentile” di Halloween e se vogliamo con una lunga tradizione nel nostro paese.  Partendo dal principio la parola “carnevale” deriva dal latino ‘carnem-levare’, ossia togliere la carne dai pasti, divieto che terminava il giovedì Santo. Già nell’antica Roma, coi Saturnali, o nelle feste dionisiache greche, si era soliti dedicare un momento dell’anno a scherzi e ribaltamenti dell’ordine sociale, lasciando libero sfogo ai cittadini di dedicarsi a momenti di divertimento e baldoria e di mascheramenti… L’usanza deriva sempre dai Saturnali, dove per una volta si dava la possibilità di ribaltare le gerarchie, i poveri potevano fingersi ricchi e le dame e i nobili diventare delle persone qualunque, mescolandosi tra la folla.

I festeggiamenti del Carnevale si concludono, da tradizione, con il martedì Grasso, il giorno che precede il mercoledì delle Ceneri che segna l’inizio del periodo di Quaresima prima della Pasqua. L’ultimo giorno di Carnevale assume l’epiteto di “grasso” proprio perché consisteva nell’ultimo giorno in cui era permesso, dalla Chiesa Cattolica, sia di festeggiare che di mangiare determinati cibi come la carne, i dolci e tutti gli altri gustosissimi avanzi dei banchetti di Carnevale. Dopo questo giorno, infatti, prendeva il via il periodo di penitenza prepasquale che prevedeva l’astinenza dai divertimenti e dai cibi considerati “grassi”. All’interno del Carnevale di Venezia ancora oggi il Martedì Grasso e il Giovedì Grasso sono due date importanti fin dai tempi della Serenissima. Il Giovedì Grasso, a Venezia, è il cosiddetto giorno del “toro”. Ai tempi della Serenissima, infatti, durante questa giornata era prevista la storica corrida davanti al Palazzo Ducale. Questo evento ricordava la grande vittoria del 1162 del doge Vitale Michiel II sul Patriarca Ulrico di Aquileia e 12 feudatari ribelli.  I festeggiamenti del Giovedì Grasso, a partire dal 1548, aggiunsero alla tradizionale corrida una parte dedicata a spettacolari acrobazie di funamboli chiamata, da tutti, il volo del Turco.

 

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