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Puglia, un bimbo su 3 in sovrappeso: “Le famiglie non collaborano”

Poco sport e cattive abitudini alimentari, ma anche altri problemi legati all'alimentazione. Luigi Nigri (Fimp): "Basta eventi sporadici, serve educare genitori e bimbi"

Pubblicato da: Francesca Emilio | Sab, 3 Febbraio 2024 - 08:05

“In Puglia e in Campania il tasso di bimbi in stato di obesità è superiore al resto d’Italia”. Lo ha raccontato a Borderline24 Luigi Nigri, Segretario regionale e vicepresidente nazionale Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) secondo il quale  esiste una problematica tangibile legata, in particolare, all’assenza di una regia unica che possa far fronte alle situazioni di criticità, ma anche alla sensibilizzazione al tema. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Asl di Bari al Comune, in Puglia un bambino su tre è obeso o in sovrappeso.

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Da un’analisi di Coldiretti Puglia su dati Istat emerge che quasi il 50% dei pugliesi è in sovrappeso o obeso. Il 37% dei casi riguarda i minori, che senza interventi mirati possono avere gravi ripercussioni di salute. Non aiuta la scarsa sensibilizzazione alla corretta alimentazione. Secondo i dati, l’11,1% mangia poca frutta (meno di una volta a settimana o mani) e solo il 39,8% dei bimbi, consuma una merenda adeguata a metà mattinata. Ma non solo, una delle problematiche evidenziate da Nigri riguarda l’assenza di un coordinamento unico che porti, ad esempio, nelle mense, pasti ben bilanciati al fine non solo di sensibilizzare al corretto consumo di cibo, ma anche ad apportare il giusto quantitativo di nutrienti necessari per essere in salute.

“Al momento non abbiamo un dato certo sul numero di casi in Puglia – spiega Nigri – ma il tasso è sicuramente più alto rispetto al resto del paese. La percentuale è in aumento, non ha aiutato il periodo della pandemia e inoltre l’incremento della sedentarietà, come i pranzi o le cene in cui a fare compagnia ai piccoli ci sono tablet o telefoni. Non sento di dire che c’è un vero e proprio allarme, ma la situazione dovrebbe essere attenzionata con continuità. È necessario invertire la tendenza, non bastano i corsi sporadici. C’è bisogno di una regia unica tra scuola ed esperti. Bisognerebbe stabilire programmi che non siano isolati, ma continui, affinché si possano impartire lezioni di educazione alimentare base con criteri semplici, sia ai genitori, sia ai più piccoli. Si fa una grande fatica a raccordarci con il provveditore agli studi, anche su altre problematiche sembra ci sia un muro. Non c’è collaborazione con la pediatria, mentre è necessario, più che mai, un percorso unico” – ha aggiunto poi soffermandosi sui menù delle mense scolastiche.

“Non so chi prepara i menù e non so chi vigila, certo vedo cose squilibrate. E’ evidente, in alcuni casi, la carenza di una regia unica. Faccio il possibile con i miei assistiti, anche se spesso non trovo collaborazione diretta. A volte le famiglie non collaborano. Ci sono casi di bimbi con obesità mostruosa con abitudini familiari sbagliate. Oltre che sgolarmi, non posso fare nulla. Ma non nego che in alcuni casi sarebbe necessario l’intervento dei servizi sociali o del giudice dei minori. Parliamo della salute dei più piccoli. Le mamme si preoccupano più per 37 gradi di febbre che dei chili in più. Un coordinamento unico generale, regionale, sarebbe necessario” – ha concluso.

Non solo cattiva alimentazione, c’è anche un’allerta generale relativa alla pratica di attività fisica. “Sempre più ragazzi e ragazze lasciano lo sport – ha spiegato un’allenatrice Barese – dopo il Covid la situazione è diventata maggiormente grave. Quasi ci si accontenta di scrollare i social, per sport, mentre ci si dimentica che è importante mantenere in movimento il corpo, per quest’ultimo, ma anche per la mente. Purtroppo ci sono molti bimbi e giovani in sovrappeso e ci sono anche tanti che soffrono di patologie come anoressia e bulimia, spesso prese alla leggera dagli stessi genitori. Tante poi le cattive abitudini alimentari che, sommate alla scarsa attività motoria portano a peggiorare la situazione. Mi rivolgo ai genitori: non importa quale sia lo sport o l’attività motoria, ma è necessario quasi costringerli a fare qualcosa, qualsiasi cosa. Anche a prendersi l’impegno di fare lunghe camminate con loro. Sul fronte alimentare non sento di poter dare tanti consigli, ma è importante rivolgersi agli esperti, come ad esempio i nutrizionisti. La questione non è essere magri, ma essere in salute. Questo conta. Spesso ci si dimentica che siamo quello che mangiamo e che…siamo quello che facciamo. Meno pigrizia e più sport” – ha concluso.

Foto repertorio

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