Dimenticare la partita con la Reggiana e allontanarsi dalla zona pericolo del campionato di serie B. Con questi propositi, il Bari farà visita al Palermo per il ventitreesimo turno del torneo cadetto. I biancorossi scenderanno in campo domani sera, allo stadio ‘Renzo Barbera’, per affrontare i rosanero guidati da Eugenio Corini. Per analizzare i temi di questo match e per fare il punto sul campionato dei galletti, anche alla luce degli ultimi movimenti di calciomercato, ci siamo affidati ad un doppio ex quale Totò Lopez che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
Partiamo dalla stretta attualità: Bari sconfitto dalla Reggiana e peggior prestazione stagionale…
“Bruttissima partita. La Reggiana non ha faticato molto per portarsi via i 3 punti e questo mi lascia molto perplesso, soprattutto se penso alla mancata reazione da parte degli uomini di Marino. Sconfitta che fa male anche alla classifica”.
Come si spiega quest’alternanza di buone prestazioni con altre inguardabili, anche all’interno della stessa partita?
“Perchè a molti calciatori del Bari manca la personalità. Il secondo tempo di Ascoli è emblematico in tal senso: questa è una squadra che fa fatica a portare a casa il risultato. Quando giocavo nel Bari, l’avversario doveva fare i salti mortali per toglierci i punti”.
Pesano maggiormente i problemi di natura fisica, tattica o mentale?
“L’attuale condizione fisica dipende dalla preparazione che si è fatta in estate. Tuttavia, credo sia soprattutto una questione mentale: quando viaggi in quella zona della classifica, è normale soffrire e non essere sereni. Se poi aggiungiamo quanto accaduto lo scorso anno, con la serie A persa a pochi minuti dalla fine, tutto torna. Quest’anno bisognava disputare un campionato di vertice”.
Molti tifosi vorrebbero l’esonero di Marino e il ritorno di Mignani. E’ d’accordo?
“Se seguiamo un pò la logica direi di si: Marino non ha ottenuto grandi risultati sino ad ora. L’esonero di Mignani è stato troppo affrettato, oltre che non giusto, visti anche i risultati ottenuti. Mignani sarebbe dovuto rimanere solo se gli avessero rinforzato la squadra, invece la rosa è stata addirittura indebolita. Fossi stato in lui, mi sarei dimesso subito dopo la finale contro il Cagliari”.
Come ha visto i nuovi arrivati Puscas, Kallon e Lulic?
“Kallon mi piace: al Bari mancava un calciatore così rapido e fantasioso. Ma se non hai chi la mette dentro, a cosa serve un calciatore con le sue caratteristiche? Bisognava uscire i quattrini e prendere subito una prima punta in grado di far gol. Noi siamo andati in serie A grazie ai 20 gol di Bivi: in quella stagione Matarrese voleva la serie A e prese calciatori forti. Puscas? Non mi sembra sia mai andato in doppia cifra. Ma di cosa parliamo? Non prendiamoci in giro: se volevano andare veramente in serie A, avrebbero dovuto spendere. Troppo facile sciacquarsi la bocca e tessere le lodi per il pubblico di Bari se poi, alle parole, non seguono i fatti”.
Oggi si conclude il calciomercato. In arrivo l’esterno Guiebre e il centrocampista Maistro. Cos’altro servirebbe a questo Bari?
“Dell’attaccante ho già detto, doveva essere la priorità. Polito sosteneva che il Bari avesse 7 attaccanti: ma se di questi non ce n’è uno che la mette dentro, di cosa parliamo? Avrei preferito 1 attaccante buono, rispetto a 7 che segnano col contagocce. Fermo restando che a gennaio si fa fatica a trovare elementi di valore”.
Come valuta l’operato di Polito sino a questo momento della stagione?
“La politica societaria sparagnina è abbastanza evidente. Sappiamo bene che Aurelio De Laurentiis è restio a tirar fuor i soldi ed è lui che gestisce anche il Bari. Polito è un buon direttore sportivo, ma ha dovuto sottostare a questa situazione. Doveva mostrare più coraggio e dimettersi, insieme a Mignani, subito dopo la finale playoff”.
Intanto i tifosi hanno perso la pazienza e contestato la squadra…
“E di cosa ci meravigliamo? Cosa pretende De Laurentiis? In questi anni i tifosi sono stati sin troppo bravi e pazienti. Hanno fatto bene a contestare perchè si è scosso l’intero ambiente. Anche nelle disgrazie ci sono sempre stati sia in casa che in trasferta. De Laurentiis si lamenta se qualche tifoso gli dice qualche “parolina” in tribuna? Ma stiamo scherzando? Questi qua sono stati abituati troppo bene. Bari non merita questa situazione e qui farei anche una tiratina d’orecchie al sindaco Decaro: dovrebbe far capire ai De Laurentiis che Bari non è come altre città”.
Sembra d’essere tornati agli ultimi tempi della gestione Matarrese: poche ambizioni, molta improvvisazione e contestazioni…
“Parto col dire che i Matarrese vanno solo ringraziati per aver tenuto il Bari per 35 anni. Circa i De Laurentiis: ma siamo sicuri che a loro convenga andare in serie A? A loro questa situazione sta anche bene: hanno il Napoli in A, il Bari in B, la proroga sulla multiproprietà sino al 2028, si prendono i migliori calciatori del Bari e li piazzano dove dicono loro: è la situazione ideale…per loro, ma non per i tifosi del Bari”.
Visto il momento, crede che il Bari debba pensare prima a salvarsi o è lecito coltivare sogni playoff?
“Vista la classifica attuale e l’aria che tira, farebbero bene a pensare in primis alla salvezza. Devono tirarsi fuori da questa situazione, anche perchè dietro corrono”.
Intanto venerdì si gioca e il Bari sarà di scena a Palermo. Che partita si aspetta?
“Partita tosta, anche perchè il Palermo non sta vivendo un periodo felice: si aspettavano di disputare ben altro campionato”.
Crede che, in caso di sconfitta a Palermo, Marino possa essere esonerato?
“Se perdono anche a Palermo, Marino dovrà andar via. Ma non voglio neanche pensarci: bisogna portar via almeno un pareggio dal “Renzo Barbera”.
Lei ha giocato e vestito la maglia del Palermo: 101 presenze e 8 reti. Che ricordi ha di quell’esperienza in Sicilia?
“Bella esperienza con un unico grande rammarico: nella stagione 82/83 non riuscimmo ad ottenere la promozione in serie A”.
A Bari invece ha totalizzato 88 presenze e realizzato sei reti. Un’esperienza unica che, magari, poteva durare un pò di più…
“Matarrese mi tradì quando arrivammo in serie A. Avevamo un accordo ma non venne rispettato. Purtroppo, il compianto Janich tramava alle mie spalle e non gradiva la mia presenza. Peccato perché il mio rapporto con il presidente Matarrese era stupendo”.