Ieri mattina il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Dante Europa di Taranto è stato aggredito dai genitori di un alunno. Sull’accaduto indagano i carabinieri. La vittima, Marco Cesario, subito dopo l’aggressione si sarebbe fatta medicare e avrebbe sporto denuncia. A rivelare l’episodio è stata Cisl Puglia che, attraverso il segretario generale Antonio Castellucci e la segretaria della Cisl Scuola Puglia Gianna Guido, parla di “fatto inaccettabile e, purtroppo, ormai emblematico, in quanto sintomo di un rifiuto generalizzato di quella legalità di cui la scuola, soprattutto in contesti difficili, è spesso l’unico presidio”.
Il dirigente – sottolinea la Cgil in una nota – mentre era in servizio è stato oggetto dell’attacco violento da parte di un genitore che si è scagliato contro di lui ferendolo, dopo una discussione per futili motivi con l’insegnante della figlia. “L’aggressione, l’ennesima ad un rappresentante della scuola – sottolinea Giovanni D’Arcangelo, segretario della Cgil Taranto – è il termometro di una tendenza che ormai è fin troppo acclarata. La scuola-bersaglio, deligittimata, depotenziata, definenziata, svilita al ruolo di azienda o parcheggio in cui i genitori possono pretendere e comandare”.
L’associazione nazionale presidi in Puglia condanna risolutamente l’aggressione subita da Marco Cesario, dirigente di una scuola di Taranto, che ha anche riportato ferite a seguito del deprecabile evento. “Evento che dimostra ancora una volta in modo preoccupante – commenta Roberto Romito, rappresentante dell’associazione – quanto si stia perdendo il senso del rispetto, prima ancora che per il ruolo rivestito, per le persone stesse che incontriamo sulla nostra strada e che hanno l’unica colpa di non pensarla come noi o di divergere sulla valutazione di un qualsivoglia fatto o argomento. E, cosa tanto più grave, ciò avviene nelle scuole e negli ospedali che spesso e soprattutto in ambienti problematici sotto il profilo sociale, sono l’unico presidio della solidarietà, della convivenza civile e della legalità. Dobbiamo chiederci dove ci porterà questa deriva, se non sarà arrestata ridando alla scuola dignità, autorevolezza, capacità di autodeterminare con efficacia la propria azione, disponendo delle necessarie risorse, soprattutto di quelle umane, oggi insufficienti e non ancora adeguatamente formate e preparate al difficile compito educativo. E per questo chiediamo alla politica un’azione di sostegno effettivo alla scuola, non più a parole o con provvedimenti di dubbia efficacia legati solo all’emergenza del momento, affinché si riconsiderino le modalità di instaurazione e conduzione dell’azione educativa, anche sul piano delle riforme che le scuole attendono da decenni: si pensi al solo fatto che i rapporti con i genitori e le famiglie sono regolati da una legge che quest’anno compie il mezzo secolo di vita! Esprimiamo al collega Cesario la nostra convinta solidarietà e ci mettiamo al suo fianco per denunciare i pericoli e i rischi cui dirigenti, docenti e personale sono esposti e che non dovrebbero neanche essere immaginabili a carico di chi svolge un ruolo così importante per l’intera collettività”.