Il Policlinico di Bari ha chiesto oggi al Tribunale di essere escluso come responsabile civile alla prima udienza del processo per le quattro morti sospette causate dal batterio della legionella tra il 2018 e il 2020. Quattro gli imputati: l’ormai ex dg Giovanni Migliore, nominato nuovo dg dell’Agenzia regionale per la Salute e il sociale; il dirigente medico Giuseppe Calabrese, il direttore dell’area tecnica Claudio Forte e l’ex direttore sanitario Matilde Carlucci. Il Policlinico era già stato ammesso come responsabile civile all’udienza preliminare, così come erano stati ammessi come parte civile i famigliari delle vittime, che oggi hanno ribadito la loro richiesta. L’avvocato del Policlinico, Giuseppe Modesti, ha infatti rilevato in udienza come, in sede di indagine, siano stati fatti accertamenti tecnici irripetibili (ad esempio autopsie) e un incidente probatorio senza che l’azienda abbia potuto partecipare. Il Tribunale deciderà se accogliere o meno questa eccezione nella prossima udienza, fissata per il 7 marzo.
Gli imputati sono accusati – a vario titolo – di omissione di atti d’ufficio e morte come conseguenza di altro delitto, per non aver disposto i necessari interventi di bonifica della rete idrica ospedaliera malgrado fosse stata accertata la presenza del batterio legionella che successivamente, secondo l’accusa, avrebbe causato la morte dei quattro pazienti ricoverati in vari reparti nei padiglioni Asclepios e Chini del Policlinico. L’inchiesta condotta dai carabinieri del Nas e coordinata dalla Procura portò nel novembre 2020 al sequestro dei due padiglioni (dissequestrati nel marzo 2021) e un mese dopo alla interdizione di tre dirigenti (annullata dopo tre mesi dal Riesame). I pazienti per i quali si ipotizza la morte per legionella come conseguenza della mancata bonifica, sono Gennaro Del Giudice (79 anni, morto il 10 giugno 2018), Domenico Martiradonna (68 anni, morto il 2 maggio 2019), Francesca Nuzzolese (74 anni, morta il 26 novembre 2019), Vincenzo Ficco (55 anni, morto il 5 agosto 2020).