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Ipermercati a Bari, la denuncia: “Così piccolo commercio muore”

Savino Montaruli, presidente Unionecommercio Puglia-CasAmbulanti punta il dito contro il Documento Strategico: "A rischio negozi e mercati"

Pubblicato da: Francesca Emilio | Mer, 31 Gennaio 2024 - 17:03

Continua a far discutere l’apertura di alcuni grandi ipermercati nel centro cittadino, questa volta, “ad impugnare la penna” è il sindacalista Savino Montaruli, presidente di Unionecommercio Puglia-CasAmbulanti che, in seguito alla notizia della nuova sede di Lidl in via Capruzzi, la cui inaugurazione è prevista a febbraio, è tornato a evidenziare le criticità relative alla possibilità che, con l’incremento dei grandi supermercati, ci possano essere conseguenze gravi per le piccole imprese e per i mercati, già piegati dall’incremento dei costi e spesso costretti ad abbassare per sempre le proprie saracinesche.

“Il silenzio assordante che venne registrato attorno all’approvazione del Documento Strategico del Commercio, a maggio 2022 – scrive in una nota – era un segnale premonitore che non faceva presagire nulla di buono. Un po’ si ripeteva la storia delle liberalizzazioni di Bersani e le “compensazioni” per le accondiscendenze sulla nascita degli ipermercati negli anni 2000; ipermercati e centri commerciali che invasero anche il territorio della città di Bari, come sappiamo. Al contrario di allora, dove pure taluni “svendettero” persino il loro ruolo statutario di difesa della piccola impresa prostrandosi comodamente all’invasione incontrollata dei centri commerciali anche in Puglia, oggi l’aggravante è rappresentata dal fatto che queste medie strutture di vendita, grandi supermercati, sorgono e vengono autorizzati nel cuore delle città quindi non più a notevole distanza e sulle strade periferiche, come avveniva per gli ipermercati. Questo significa che la concorrenza per i piccoli negozi di cui oggi, con qualche costosa patacca, se ne celebra la longevità o forse il funerale, è diretta ed a è portata di mano: una concorrenza di prossimità. Questo vale anche per i mercati cittadini, coperti e scoperti, che stanno subendo questa gravissima ed impattante aggressione delle medie strutture nella città di Bari. Locali nel centro della città sempre più occupati dalle “mangiatoie” mentre i piccoli negozi, anche storici, che appendono per sempre le chiavi al muro senza alcuna speranza di cambio generazionale. In mezzo a questo disastro non solo questa misera commistione tra parti che dovrebbero stare rigorosamente separate ma che sono diventate un tutt’uno micidiale quindi la politica che si accorda e che si associa con il polisindacato allineato e servile, uniti nello spreco e sperpero di denaro pubblico, ma anche un’inerzia ed un’inettitudine paurose che mettono irrimediabilmente alle corde l’intero tessuto produttivo ed occupazionale di una città, quella di Bari, che ha perso nell’indifferenza generale la sua identità” – ha evidenziato.

“Uno sfacelo – prosegue – difficile persino da immaginare ma che comunque è di fronte a tutti. Quel Documento Strategico del Commercio che ho fortemente contrastato, come è evidente e rilevabile dalla cronologia degli eventi ormai pubblici e rintracciabili, avrebbe dovuto essere revisionato entro sei mesi da quel maggio del 2022 quando nell’Aula Dalfino, a Palazzo di Città, il Sindaco Antonio Decaro nel suo intervento, rivolgendosi direttamente al sottoscritto presente in aula, lo rassicurava circa l’imminente revisione di quel Documento. Sono passati quasi due anni, il sindaco Decaro sta per preparare le valigie verso più ambite e prestigiose mete ma quel Documento è sempre lì, così com’era cioè discutibile e dannoso. Un Documento persino contestato, ora e solo ora, dagli esercenti che ne stanno subendo persino le illegittimità ricomprese in quell’Atto; un Documento che continuerà a portare grandi vantaggi a coloro che, anche in relazione agli immobili predisposti ed impacchettati proprio da destinare alle medie strutture di vendita, continueranno a fare business mentre il piccolo commercio continua a morire con uno straccio di pergamena da quattro denari tra le mani per commemorare un evento funebre che sotterra la storia della città di Bari e la dignità dei suoi stimati e storici commercianti finiti nelle mani di speculatori e di affaristi” – ha concluso.

Foto repertorio

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