L’avvento della tecnologia ha condotto ad uno stravolgimento particolarmente significativo degli assetti socioculturali contemporanei. Viviamo in un’epoca caratterizzata da un processo evolutivo costante, all’interno del quale alcuni fenomeni hanno modo di spiccare per diffusione e frequenza di utilizzo, anche e soprattutto in relazione al cambiamento delle esigenze delle persone. Dall’abbattimento delle distanze sul piano virtuale offerto dalla rete alla sempre più ampia accessibilità di performanti device portatili con cui svolgere le mansioni più disparate. In questo frangente, fenomeni come gli e-commerce hanno avuto modo di emergere in modo preponderante.
Il fenomeno del fast shopping ha coinvolto aziende di grandi dimensioni, veri e propri imperi del web come l’ascendente Temu, particolarmente discusso dopo essere stato considerato uno spyware da alcuni operatori del web. Al di là degli sviluppi che verranno fuori, l’inchiesta riguardante Temu e le sue potenziali funzionalità di spyware ha sollevato delle riflessioni sulle implicazioni etiche e legali connesse all’utilizzo di applicazioni in relazione al fatto che, alla pari dei software spia per il telefonino, di cui il sito endoacustica.com espone il funzionamento, possono determinare la violazione di dati sensibili.
Contestualizzando, occorre affermare che Temu sia una piattaforma sempre più pubblicizzata e di cui sempre più utenti si servono, sia per l’ampiezza del catalogo, sia per i prezzi particolarmente accessibili dei vari oggetti proposti: da accessori e capi di abbigliamento a complementi d’arredo, fino ad arrivare a prodotti per auto o articoli di cancelleria. Insomma, su Temu c’è di tutto a costi contenutissimi, qualcosa di troppo bello per essere vero, almeno apparentemente e secondo l’inchiesta condotta da Grizzly Research, una compagnia specializzata nello sviluppo di ricerche basate sull’osservazione dei mercati internazionali e delle dinamiche aziendali ad essi relativi. La realtà americana ha osservato la piattaforma di fast shopping cinese, allo scopo di scoprire eventuali violazioni della privacy e della sicurezza degli utenti che vi navigano, sulla base dei sospetti relativi alle sue performance e agli effetti profitti dell’azienda detentrice del portale.
Tutto ciò che c’è da sapere sul caso Temu: l’inchiesta di Grizzly Research nel dettaglio
Come detto, la ricerca effettuata dalla Grizzly poggerebbe sulla base delle speculazioni e dei sospetti che, in poco tempo – dopo la diffusione a macchia d’olio della piattaforma di e-commerce cinese – hanno fatto il giro del web e, secondo i quali, l’app ad esso relativa sarebbe uno spyware. Entrando nel merito della questione tecnica, è bene chiarire che gli spyware siano dei virus, o malware che dir si voglia, in grado di raccogliere indebitamente i dati degli utenti colpiti, prelevandoli dai loro dispositivi elettronici.
Gli esperti di Grizzly Research hanno svolto un’accurata analisi delle dinamiche di funzionamento di Temu, testando l’app e la sua sicurezza tenendo conto di molteplici parametri. Il risultato finale è stato, a dir poco, destabilizzante. Temu avrebbe, infatti, fallito tutti e 18 i test nella loro totalità, lasciando ben poco spazio al beneficio del dubbio.
Fast shopping e controversie: le perdite nelle vendite di Temu
Sono diversi i motivi per i quali il caso Temu ha destato l’opinione pubblica a tal punto. Certo, l’utilizzo sempre più diffuso dell’app rappresenta una delle ragioni principali, ma a rendere la situazione ancora più controversa ci sono, sicuramente, aspetti come l’eccessiva accessibilità e la rapidità con cui i prodotti venduti sulla piattaforma raggiungono le loro destinazioni finali, partendo da magazzini in Cina. Oltre piani di marketing e campagne social e ai costi relativi alla gestione degli ordini, dati i prezzi estremamente economici dei prodotti in vendita su Temu, si stimerebbe che il brand perderebbe circa 30 dollari per singolo ordine, rendendo le dinamiche relative alla bontà e all’affidabilità del servizio ancora più oscure.