Dopo aver subito l’ennesima rimonta in campionato, il Bari torna a giocare al ‘San Nicola’ per affrontare la Reggiana. Ma la controversa prestazione di Ascoli ha minato le certezze dei biancorossi, incapaci di dare una svolta al proprio campionato e agganciare le zone nobili della classifica. Per analizzare nel dettaglio il momento della squadra di Marino, ci siamo affidati ad un doppio ex di Bari e Reggiana quale Angelo Terracenere che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
Terracenere, partiamo dalla stretta attualità: ancora una volta il Bari si è fatto rimontare. Come se lo spiega?
“Ad Ascoli, nel primo tempo, il Bari ha fatto una signora partita, poi nella ripresa il mister è stato un po’ rinunciatario inserendo Pucino al posto di Kallon e alzando Dorval. In questa maniera la squadra ha abbassato il baricentro dando modo all’Ascoli di poter attaccare con più efficacia”.
Da Mignani a Marino: cos’è cambiato?
“Sono due allenatori completamente diversi: Mignani badava prima a non prenderle e giocava in contropiede, mentre Marino attua un gioco più offensivo. Adesso la squadra ha una sua identità, soprattutto in attacco grazie ai nuovi innesti. Sono fiducioso: questo Bari può raggiungere tranquillamente i playoff”.
Quali le note positive di questo Bari?
“Kallon ha avuto un ottimo impatto, ma è Sibilli il calciatore che sta facendo la differenza: non riesco a capire come mai non giochi in serie A. Mi sta piacendo molto anche Benali, mentre Maita sta tornando sui suoi livelli”.
Restando in tema calciomercato, cos’altro manca?
“I problemi del Bari sono in difesa, non si può far sempre affidamento su Di Cesare. La priorità deve essere un difensore centrale di valore, ma prenderei anche un’alternativa a Ricci. C’è una cosa che non accetto e che vorrei mettere in evidenza: basta con i calciatori in prestito! Il Bari quest’anno doveva partire per vincere il campionato. Il Bari, in serie B, deve sempre lottare per i primi posti”.
C’è un Terracenere in questo Bari?
“Interdittori puri in questa squadra non ce ne sono. L’unico che mi somiglia un po’ è Maiello, ma attualmente è infortunato. Con lui in campo, sarebbe stato un altro Bari: nel centrocampo attuale c’è molta qualità, ma pochissima quantità”.
Sabato sarà nuovamente campionato con la Reggiana che farà visita agli uomini di Marino. Che partita si aspetta?
“In classifica, la Reggiana è lontana solo due punti dal Bari. Per nostra fortuna non ci sarà Girma che ci fece male nella gara d’andata. Ma la squadra di Marino non deve guardare in faccia a nessuno e pensare solo a vincere: sono certo che contro gli emiliani arriveranno i 3 punti”.
Lei a Reggio Emilia ci ha giocato a fine carriera. Esperienza breve…
“Ero a Pescara con Oddo allenatore. In seguito, il mister venne ingaggiato dalla Reggiana e mi volle a tutti i costi con lui. Poi, purtroppo, Oddo venne esonerato e decisi di tornare al Pescara dove mi sono trovato sempre bene”.
Nel Bari invece ha raccolto ben 256 presenze e segnato 4 reti. Se le ricorda queste quattro marcature?
“Non so perché, ma i vari archivi riportano solo 2 reti, ma io ne ho realizzate 4 con la maglia biancorossa contro Monza, Cagliari, Verona e Cesena. Il più bello fu quello che segnai contro il Cagliari di Ranieri e Fonseca: un tiro sotto il sette!”.
Quale il più grande rimpianto legato all’esperienza nel Bari e quale la gioia più grande?
“La più grande gioia è legata paradossalmente ad un mio errore nella gara contro la Roma, quando sbagliai il retropassaggio al portiere e Rudi Völler ci fece gol. Mi cadde il mondo addosso, ma dopo pochi istanti arrivarono gli applausi dei 50mila del San Nicola: in quel momento realizzai quanto amore provassero i tifosi del Bari nei miei confronti. Il più grande rimpianto è legato all’ormai famoso “anno di Platt”: il campionato che doveva portare il Bari in Europa, invece arrivò una dolorosa retrocessione in B. In quella stagione mi arrivarono proposte da Roma e Fiorentina, ma decisi di restare in Puglia”.
Intanto, dopo anni di lodi e apprezzamenti, anche i De Laurentiis sono finiti nel mirino dei tifosi. La questione multiproprietà e la gestione dell’ultima sessione di calciomercato hanno inficiato il rapporto…
“I De Laurentiis vanno ringraziati per quello che hanno fatto sino all’approdo in B. Poi, giunti nel campionato cadetto, hanno tirato un po’ il freno a mano e sappiamo il perché. Dai De Laurentiis mi sarei aspettato maggiori investimenti nel settore giovanile: è assurdo che una società come il Bari non abbia un centro sportivo e che i ragazzi debbano girare la Puglia per potersi allenare”.
In questo Bari manca un po’ di baresità anche a livello dirigenziale?
“Sicuramente si, ma la società ha deciso di sposare questa linea e dobbiamo accettarla. Forse temono che con dei baresi in società o nello staff, possano esserci delle fughe di notizie”.
Venendo a lei, di cosa si occupa attualmente?
“Gestisco una scuola calcio a Molfetta che si chiama “Molfetta giovanile” insieme a Danilo Scardina. Siamo affiliati con la Ssc Bari. Svolgo anche il ruolo di direttore tecnico e mi diverto ad insegnare ai più giovani, anche se non è semplice, dato che sono troppo concentrati su telefonini e videogiochi”.