Il Pap Test è un esame che permette di rilevare eventuali anomalie delle cellule del collo dell’utero al fine di individuare precocemente lesioni cancerose o precancerose. Si tratta di un esame di fondamentale importanza per la prevenzione del tumore del collo dell’utero, che in Italia è il quinto tumore più frequente tra le donne under 50 anni.
Quest’ultimo, infatti, se riconosciuto e trattato nelle sue fasi iniziali ha un tasso di sopravvivenza che si attesta intorno al 90%. Dunque, l’arma più importante che abbiamo contro questa neoplasia è proprio la prevenzione e la diagnosi precoce.
Pap Test: come si fa e cosa rileva
Il medico specialista che effettua il Pap Test è il ginecologo, il quale preleva un campione di cellule dal collo dell’utero tramite l’uso di una spatola e di un tampone. Si tratta di una procedura semplice e veloce, non invasiva o dolorosa, anche se per alcune donne può rivelarsi leggermente fastidiosa.
Il campione così raccolto viene poi inviato ad un laboratorio per l’analisi al microscopio, la quale permette di rilevare l’eventuale presenza di cellule anomale o alterazioni cellulari causate dal virus HPV.
Qualora l’esito dell’esame dovesse essere positivo a questo virus, è opportuno prenotare una colposcopia per indagare ulteriormente.
Quando effettuare il Pap Test e ogni quanto ripeterlo
Considerato che la principale causa del tumore al collo dell’utero è la contrazione del Papilloma virus, che si trasmette per via sessuale, il Pap Test dovrebbe essere richiesto dalle donne per la prima volta entro tre anni dall’inizio dell’attività sessuale o comunque non oltre i 25 anni di età. Trattandosi di un esame di prevenzione, in presenza di un risultato negativo è sufficiente ripetere l’esame ogni 3 anni, mentre in caso di esito positivo sono necessari ulteriori approfondimenti diagnostici.
Inoltre, a partire dai 30 anni di età fino ai 64 anni si consiglia di effettuare, al posto del Pap Test, il test per l’HPV, che permette di individuare la presenza del Papilloma Virus Umano, condizione necessaria allo sviluppo del tumore al collo dell’utero.
Questo test viene effettuato con le stesse modalità del Pap Test. Se il test per l’HPV è negativo, va ripetuto dopo cinque anni. Se invece il test è positivo, anche in questo caso, si deve procedere con ulteriori accertamenti.
Per effettuare il Pap Test è necessario astenersi dai rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti all’esame, al fine di evitare di ripeterlo per illeggibilità del campione. Per lo stesso motivo, è consigliabile effettuarlo almeno 5 giorni prima o dopo il ciclo mestruale.
Sia il Pap Test che il Test per l’HPV possono essere effettuati in caso di gravidanza in atto, presenza di spirale contraccettiva o in donne che non hanno mai avuto rapporti sessuali.
Pap Test Positivo: cosa fare?
Se il Pap Test risulta positivo, significa che si sono riscontrate delle alterazioni delle cellule del collo dell’utero, che possono essere di diverso grado e natura. Per questo motivo, si procede con un esame di secondo livello: la colposcopia.
Questa consiste nella visualizzazione del collo dell’utero con un microscopio, chiamato colposcopio, e l’applicazione di liquidi reagenti capaci di differenziare le cellule normali da quelle anormali.
Così come per il Pap Test, anche la colposcopia viene effettuata dal ginecologo e non è dolorosa. Talvolta è possibile avvertire un leggero bruciore causato dall’applicazione dei liquidi reagenti. Durante la colposcopia è anche possibile prelevare dei piccoli frammenti di tessuto (biopsie) per l’analisi istologica.
In base al risultato della colposcopia e dell’eventuale biopsia, si stabilisce il grado di gravità delle lesioni e si sceglie il trattamento più opportuno.
Se le lesioni sono di scarsa rilevanza, il ginecologo indicherà la frequenza e la tipologia di controlli da effettuare successivamente. Se, invece, le lesioni sono maggiormente rilevanti il ginecologo indicherà quale percorso terapeutico intraprendere.