Nulla si può fare sull’istante. Ci vogliono anni. Quando sono diventato presidente della Regione, la sanità pugliese era fra le ultime in Italia sui Lea. Adesso siamo a metà strada classifica, tra le prime dieci regioni adempienti. Ma non intendo fermarci. Questo risultato – ha concluso Emiliano – lo abbiamo raggiunto con 20mila dipendenti in meno rispetto all’Emilia Romagna, con oltre 200 milioni di euro in meno all’anno dal fondo sanitario nazionale, con la metà degli ospedali, con la metà delle RSA e con tutte le difficoltà che ci sono per trovare medici bravi che vengano a lavorare al Sud. Grazie al lavoro svolto oggi la Puglia è un luogo attrattivo anche dal punto di vista lavorativo, ma spesso non è sufficiente per richiamare qui le star della medicina italiana ed europea. Alla fine, la forza di un ospedale sono le persone che ci lavorano, non certo solo le mura”.
“Una meravigliosa giornata di festa – ha dichiarato Novella Luciani- perché traccia un momento importante, di riconoscimento, per chi ha lavorato in questi anni ed ha contribuito a far crescere un Istituto che è in evoluzione, che spinge sull’innovazione e offre risposte sempre più aderenti ai bisogni dei cittadini. Questo momento di riconoscimento è importantissimo perché si realizza un’osmosi dal paziente al ricercatore e al clinico, che rappresenta un valore aggiunto sia nella ricerca che nell’assistenza sanitaria”. L’assessore Palese ha aggiunto che “la Regione Puglia accompagnerà e sosterrà la fase di grande rilancio dell’Istituto barese, non solo dal punto di vista delle capacità assistenziali ma anche per la ricerca. Questa è la strada assolutamente da seguire. L’auspicio è che ci sia un ulteriore implementazione di queste attività”. L’Istituto Tumori di Bari ha predisposto la trasformazione del contratto a tempo indeterminato del personale della cosiddetta ‘piramide della ricerca’, applicando quanto previsto da una recente legge nazionale sulla stabilizzazione dei lavoratori degli istituti di ricerca pubblici, grazie alla copertura finanziaria del Ministero della Salute. In particolare sono stati stabilizzati 5 collaboratori della ricerca sanitaria (4 data manager e un amministrativo) e 10 ricercatori sanitari (5 biologi, un medico, uno statistico, uno psicologo, un chimico, un bioinformatico). In assoluta maggioranza le donne, 14 su 15, alcune delle quali vantano collaborazioni più che decennali con l’Istituto. Meno di un mese fa, altri 24 lavoratori, infermieri e altro personale del comparto sanitario, avevano ottenuto la stabilizzazione.