Pubblichiamo e riceviamo.
Apprendo dalla stampa che a Roma Elly Schlein e Giuseppe Conte stanno cercando di raggiungere una intesa per le prossime elezioni amministrative, anche per individuare un candidato Sindaco unitario per la città di Bari. Mi pare una buona notizia. Il Paese è squassato dall’azione del peggior governo della storia repubblicana, che ieri ha trionfalmente approvato, al Senato, la cosiddetta autonomia regionale differenziata. Uno sfregio anticostituzionale che realizza il disegno secessionista inaugurato quarant’anni fa dalla Lega Nord, ponendo fine, fra l’altro, alla unitarietà della scuola pubblica, del servizio sanitario, delle politiche energetiche ed ambientali.
Un disastro che aggraverà ineluttabilmente le condizioni di salute, di vita e di lavoro delle donne e degli uomini che hanno avuto la sfortuna di nascere al sud, innanzi tutto dei giovani. Unire tutte le forze per respingere questo progetto scellerato è un dovere per le forze democratiche e progressiste, oltre che, naturalmente, per la sinistra, rea di non essersi opposta abbastanza, in passato, alla riforma del Titolo V della Costituzione. Anche per questo, Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle non possono non impegnarsi a proseguire insieme l’azione di governo del centrosinistra a Bari e in Puglia. Abbiamo
bisogno di unità. Ma per trovarla, dopo mesi di estenuanti trattative, non basta accordarsi per il Piemonte o in Basilicata, dove pure si vota a giugno. Nel negoziato devono trovare posto gli elettori del centrosinistra e, per parte nostra, i cittadini baresi, che hanno diritto ad essere rappresentati dal prossimo Sindaco come lo sono stati, in questi anni, da Antonio Decaro.
La città non può permettersi un Primo Cittadino leghista o alleato del Carroccio, che faccia da Bari gli interessi della Repubblica di San Marco, il cui gonfalone sventolava ieri sui banchi di Palazzo Madama. Ma per opporsi efficacemente allo smantellamento della Costituzione occorre anche riportare alle urne, magari con un po’ di entusiasmo, chi da tempo non vota più, coinvolgere nella costruzione e nella realizzazione del programma le donne, i giovani e la comunità LGBTQ+, ancora ai margini della partecipazione politica, emarginare i portatori di voti inquinati. Dobbiamo vincere le amministrative, ma soprattutto dobbiamo affrontare la sfida del cambiamento, pensando a quello che dobbiamo fare nei prossimi anni per la nostra città e per il nostro Paese.
Insomma, non basta convergere su una figura accettata dai maggiorenti locali per restituire orgoglio, speranza e coraggio agli elettori. Ho accettato la candidatura proposta dalle forze politiche e dai movimenti che si riconoscono nella Convenzione per Bari 2024, mettendomi a disposizione della coalizione di centrosinistra e domani, spero, di una alleanza progressista ancora più larga. Ho letto, in queste settimane e in questi mesi, giudizi ed espressioni poco felici su questa mia disponibilità. Ripeto qui che l’ostilità non è reciproca, e che essere autonomo e indipendente dai partiti, persino dalla associazione che ho fondato e presieduto sino a poco tempo fa, dovrebbe essere una garanzia e non un difetto.
Aggiungo che proprio perché autonomo e indipendente sono disponibile al dialogo con tutti ma non accetto, e non accetterò, imposizioni da nessuno. Credo sia opportuno chiarire, infine, che le iniziative a cui ho partecipato negli ultimi mesi non hanno nulla a che fare con la campagna elettorale. Come Giusta Causa abbiamo fatto decine di incontri pubblici, negli ultimi anni, anche sul governo della città. Domani sera parleremo del cambiamento climatico con esponenti istituzionali, rappresentanti dei partiti ed esperti. Continueremo a farlo, perché sono e siamo convinti che la cultura, la competenza e la partecipazione siano condizioni imprescindibili per dare dignità a qualsiasi proposta politica. Quanto alla candidatura e alle trattative romane, nei giorni in cui si ricorda Fabrizio De André mi è tornato in mente uno dei suoi versi più belli, che conclude la penultima canzone di ‘Storia di un impiegato’: “continuerai a farti scegliere, o finalmente sceglierai?” Per parte mia, ho già scelto.
Michele Laforgia (Giusta Causa)