Gli aumenti dei costi dei correnti bancari sono del tutto ingiustificati. Lo afferma Assoutenti commentando il report annuale di Bankitalia. La stessa denuncia arriva anche dal Codacons.
“Nel 2022 i costi dei conti correnti sono saliti in media del +9,8% su base annua, un incremento molto forte di cui non si comprende la ragione – spiega il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso – La digitalizzazione dei servizi bancari e il crescente ricorso a conti online, app e home banking da parte degli utenti, hanno di fatto portato ad una generalizzata riduzione dei costi in capo alle banche, che avrebbe dovuto determinare un conseguente abbattimento dei costi praticati ai cittadini. Al contrario si assiste ad un fortissimo incremento della spesa per la gestione dei conti correnti a discapito degli utenti, che appare oggettivamente ingiustificato, e su cui sarebbe bene indagare” – conclude Melluso.
La spesa per la gestione di un conto corrente, secondo una analisi del Codacons, è cresciuta in 5 anni del +31%, a fronte di una inflazione, nello stesso periodo, del +11,6%.
Nel 2022 la spesa per il conto corrente è cresciuta in media di 9,3 euro su anno, raggiungendo l’importo di 104 euro – spiega l’associazione – Nel 2017, secondo i dati della stessa Bankitalia, la spesa di gestione di un conto si attestava a 79,4 euro: questo significa che in 5 anni i costi in capo ai correntisti sono saliti in media del +31%, con la spesa cresciuta in totale di +24,6 euro.
Le spese fisse passano dai 52,8 euro del 2017 ai 72,8 euro del 2022, con un incremento del +37,9%, mentre quelle variabili salgono da una media di 26,6 euro di cinque anni fa a 31 euro (+16,5%).
Un incremento delle tariffe ben superiore al tasso di inflazione registrato nel medesimo periodo, e che si ferma al +11,6% – conclude il Codacons.