Nell’era in cui la tecnologia può qualunque cosa, il mondo si trova difronte a nuove prospettive anche per quanto riguarda il settore alimentare. È già da diversi anni, infatti, che si parla di organismi geneticamente modificati, di alimenti sintetici e di quelli che possono essere gli aspetti positivi e quelli negativi legati ad una scelta di questo tipo.
La coltura in vitro della carne viene in realtà realizzata per la prima volta già negli anni ’70 da Russell, professore di patologia americano. È proprio negli Stati Uniti che tra studi e ricerche nel novembre 2022, la Food and Drug Administration (Fda) annuncia l’approvazione di un prodotto a base di carne ottenuto da cellule animali proposto dalla Upside Foods, un’azienda che produce ‘pollo’ sintetico.
L’Italia però, celebre per la sua tradizione culinaria, si mostra da subito intransigente all’innovazione.
Ma andiamo con ordine: quali sarebbero i vantaggi e gli svantaggi di tale scelta?
Tra gli aspetti positivi, i sostenitori della coltivazione sintetica annoverano in primis la sostenibilità ambientale, ovvero il cibo sintetico potrebbe ridurre la dipendenza dalla produzione agricola tradizionale, mitigando così l’impatto ambientale. La riduzione del bisogno di terreni, acqua e il taglio delle emissioni di gas serra risulterebbero benefici rilevanti in un contesto di crescente preoccupazione per il cambiamento climatico. Abbiamo poi la sicurezza alimentare data per l’appunto da una produzione controllata degli alimenti e infine una risposta migliore alle esigenze alimentari globali: in un mondo in cui la popolazione continua a crescere, il cibo sintetico potrebbe essere una risposta per affrontare le sfide della fame e della malnutrizione.
Passiamo ora a quelli che sono gli aspetti negativi. Il cibo sintetico viene creato in laboratorio utilizzando tecnologie avanzate, come la sintesi chimica o la stampa in 3D quindi il primo pericolo nell’utilizzo dello stesso parrebbe essere il suo effetto a lungo termine sulla salute umana. Essendo una tecnologia emergente ed essendo utilizzate sostanze chimiche per l’elaborazione, non si hanno ad oggi ancora risultati sugli effetti negli anni. Altro punto a sfavore pare essere la mancanza di sostanze nutritive essenziali oltre che un differente valore gustativo rispetto al cibo tradizionale.
Al momento 7 italiani su 10 non si fidano del cibo creato in laboratorio con cellule staminali in provetta: questo emerge da un’indagine di Coldiretti presentata a Milano in occasione del Villaggio Coldiretti.
E non si fida nemmeno il Senato, che ha confermato il suo NO al cibo sintetico. Dopo l’approvazione del disegno di legge al Senato lo scorso 19 luglio, il 16 novembre anche la Camera ha dato il via libera al provvedimento con 159 voti favorevoli, 53 contrari e 34 astensioni.
Vi è dunque il divieto di produrre e commercializzare in Italia carne coltivata e altri cibi creati in laboratorio.
Il ministero dell’Agricoltura spiega “l’obiettivo è quello di assicurare un livello massimo di tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini, oltre a preservare il patrimonio agroalimentare italiano, come insieme di prodotti che assumono una rilevanza strategica per l’interesse nazionale”.