“Sempre più minori che maltrattano animali solo per la voglia di apparire. Noi da tempo chiediamo pene più severe”. A parlare è il presidente dell’Aidaa, l’associazione per la difesa degli animali e dell’ambiente, Lorenzo Croce. Le storie di Aron il pitbull bruciato vivo a Palermo, di Leone, il gattino scuoiato vivo ad Angri, di Grey, sempre un gattino gettato con un calcio in una fontana ad Alberobello, o del cucciolo gettato tra i rifiuti a Bari, hanno colpito particolarmente l’opinione pubblica. A Palermo sono state organizzate manifestazioni in piazza per la difesa degli animali.
Presidente, sono aumentati i casi di maltrattamenti sugli animali?
“Noi siamo nati nel 2004 e in questi vent’anni posso dire con certezza che i casi sono aumentati. Ce ne sono tantissimi, alcuni che arrivano appunto sui giornali, altri che vengono denunciati con meno clamore. Sono aumentate le uccisioni di questi poveri animali e così come sono aumentati i giovani che commettono questi reati”.
Come se lo spiega?
“Tra i giovani c’è questa voglia di apparire, di andare sui social, di fare parlare di se”.
Si pentono poi questi ragazzi?
“Alcuni si, ma capita raramente”.
Cosa è importante?
“Serve denunciare, è la nostra unica “arma” per punire queste persone. Il fatto stesso di denunciare produce effetti magari non immediati, ma sicuramente smuove le coscienze. Se da una parte crescono i reati, dall’altra parte cresce la coscienza della gravità di questi reati. In realtà il vero problema è rappresentato dalle pene bassissime. Per Aron, il cane bruciato, il responsabile forse rischia tre anni di galera, ammesso che vada a giudizio essendo un soggetto psichiatrico. Potrebbe addirittura cavarsela alla fine con sconti di pena e una multa. Noi come associazione abbiamo da sempre chiesto l’inasprimento delle pene: puntiamo ai 10 anni di carcere e speriamo che la legge in discussione alla Camera consideri appunto l’ipotesi di aumento degli anni, un aumento consistente e non di poco”.
In questi vent’anni di attività c’è qualche caso che l’ha colpita particolarmente?
“Ce ne sono tantissimi, come quello di Aron o di Leone, o del serial killer dei gatti di Livorno che non è mai stato trovato: uccise 50 gatti”.
Come è nata l’associazione?
“L’Aidaa è nata prima dalla necessità di fare rete tra comuni contro la vivisezione e pian piano si è specializzata nella difesa degli animali. Siamo stati i primi a creare una sorta di tribunale degli animali, con legali che gratuitamente si occupano dei casi di maltrattamento. Siamo quelli che hanno fatto partire la prima campagna contro i botti di capodanno, i primi a parlare di spiagge libere per i cani, tutte iniziative che poi sono diventate patrimonio comune di tante altre associazioni”.