Continui ritardi e giornate di lavoro “che si protraggono anche oltre gli orari di turno”. Non c’è pace per i pendolari pugliesi, in particolare per quelli di Bari che, ai “soliti disagi” cui erano “abituati”, hanno visto aggiungersi quelli relativi alle “persone non autorizzate in prossimità dei binari” fattore che sta portando molti all’esasperazione tanto da voler procedere per via ufficiali, con un esposto in Procura, in quanto “le denunce social non bastano più”.
È ormai una situazione all’ordine del giorno, con un acuirsi dei disagi soprattutto nelle ore pomeridiane. Lo schema si ripete sempre allo stesso modo: i pedoni, in particolar modo donne e uomini ospiti del centro di accoglienza a Palese, scavalcano la recinzione attraversando a piedi la linea ferroviaria. Una pratica che mette a repentaglio la vita di questi ultimi e che, nell’anno appena concluso, ha fatto accumulare moltissimi minuti di ritardo su tutta la rete. Ma non solo. Tantissime infatti le segnalazioni dei residenti in prossimità delle zone in questione, nello specifico a Palese che, già a dicembre, avevano segnalato di “clacson suonati costantemente”, situazione che, evidenziano alcuni “non è cambiata a distanza di un mese”. Il caso non è passato inosservato, se ne è parlato molto lo scorso mese, in cui, oltre agli stessi cittadini sono intervenute anche le istituzioni. Ferrovie dello Stato, in tal proposito, si è anche rivolta alla Prefettura, obiettivo? Trovare al più presto una soluzione che permetta di arginare il fenomeno, sia per questioni di sicurezza, sia per questioni relative al servizio.
Proprio su questo si soffermano i cittadini, in particolar modo i pendolari per i quali una normale giornata fuori casa sta diventando un “peso troppo eccessivo da sopportare”. “Non bastano i soliti problemi, come guasti agli impianti, ritardi quotidiani e i problemi come i vagoni pieni che costringono a prendere la corsa successiva, adesso ci tocca anche questo – ha spiegato una pendolare – ormai è la nuova normalità. L’eccezione sono i treni in orario e non è giusto. Spesso le giornate di studio e lavoro durano anche più del normale, si passa più tempo ad aspettare i treni che a fare altro” – ha concluso. Parole a cui fanno eco quelle di tanti altri. Basta affacciarsi in stazione o sul web, in particolare sui gruppi dedicati ai pendolari pugliesi per apprendere delle disavventure quotidiane. “Occorre unirsi e ribellarsi – evidenzia una cittadina – dobbiamo far sentire la nostra voce. Occorre un esposto al Prefetto e una denuncia alla Procura” – sottolinea. “La situazione è diventata davvero insostenibile” – evidenzia un’altra.
“Prendere il treno non conviene più – ha spiegato infine una studentessa – l’abbonamento? Soldi sprecati. Ci vorrebbe il biglietto unico per tutto, perché ormai quando vedo un ritardo, io come tanti altri, se possibile, optiamo per altri mezzi. Se potessi guidare prenderei l’auto, perché è diventato davvero impossibile. Le giornate così diventano molto più faticose. Ma non prendiamoci in giro, adesso è sicuramente più grave di prima, ma anche senza la situazione dei migranti le cose erano tanto diverse” – ha concluso.
Foto Facebook Pendolari Pugliesi