Per cinque anni, in particolare dal 2010 al 2015, Antonella Rinella, ex capo di gabinetto del Comune di Bari e moglie dell’ex direttore amministrativo della fondazione lirico-sinfonica del teatro Petruzzelli di Bari, Vito Longo, avrebbe comprato, assieme al marito, vino, liquori, profumi, prodotti di bellezza e altro da una drogheria. La merce, secondo quanto emerso, sarebbe stata pagata con i fondi dell’ente pubblico tramite la sostituzione in fattura di quei prodotti con altri, effettivamente utili alla fondazione, come ad esempio fardelli di acqua o detergenti. A raccontarlo è stato Giuseppe Garbetta, titolare della drogheria da cui la fondazione si riforniva, ascoltato nella giornata di oggi in qualità di testimone nell’ambito del processo che vede Rinella imputata con le accuse di peculato in concorso, con il marito, e riciclaggio. Più nel dettaglio, i prodotti acquistati per uso personale, secondo la Procura, avrebbe avuto un costo medio non inferiore ai 1.500 euro al mese per un totale di oltre 100mila euro spesi in cinque anni.
“In diverse occasioni – ha spiegato Garbetta nel corso della testimonianza – la signora Rinella veniva in negozio a prendere alcuni prodotti personali e diceva di metterli sul conto della fondazione, non pagando. A fine mese, nella fattura che presentavo a Longo, quei prodotti venivano sostituiti con altri utili alla Fondazione. Il pagamento avveniva con bonifico pochi giorni dopo. Longo e Rinella quando passavano personalmente dal negozio, prendevano solo prodotti per uso personale. La merce che invece serviva alla Fondazione veniva consegnata da noi, o direttamente al Petruzzelli o in altri luoghi della città in cui si svolgevano prove per gli spettacoli teatrali. Lo stesso in passato è stato indagato con l’accusa di peculato, la sua posizione è stata archiviata. Oggi, in aula, è stato ascoltato assistito dal suo legale, l’avvocato Gianluca Loconsole. Nel giugno 2022 Longo patteggiò una pena di 3 anni e 9 mesi nel corso del processo in cui era accusato di aver ricevuto tangenti da imprenditori in cambio di appalti al teatro e, inoltre, di essersi appropriato di fondi dell’ente per spese di rappresentanza e acquisti personali. Lo rivela l’Ansa.